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A Kanye Trilogy, come nasce il fenomeno West

A Kanye Trilogy, come nasce il fenomeno West

Prima parte debutta al Sundance ma rapper polemico su montaggio

NEW YORK, 24 gennaio 2022, 19:33

di Gina Di Meo

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Il titolo si pronuncia 'genius', genio, e suona come il ritratto di un giovane artista che è poi diventato il fenomeno Kanye West. Un fenomeno che non può essere contenuto in un solo film ma merita una trilogia, appunto 'jeen-yuhs: A Kanye Trilogy'. Diretta da Clarence 'Coodie' Simmons e Chike Ozah, la prima parte delle quasi cinque ore che saranno trasmesse da Netflix a partire dal 16 febbraio ha avuto la sua anteprima al Sundance Film Festival.
Diviso in tre parti da 90 minuti ognuna intitolate rispettivamente 'VISION', 'PURPOSE' e 'AWAKENING', ripercorre la carriera di West, il cui nome legale è ora Ye, da quando, alla fine degli anni '90, scalpita per affermarsi da cantante nel mondo del rap. La trilogia mostra immagini inedite del rapper, spesso anche intime, come i momenti in cui si vede con la madre Donda, morta all'improvviso nel 2007 presumibilmente per le complicazioni in seguito ad un intervento di chirurgia estetica.
Il suo decimo album 'Donda', porta proprio il nome della madre, alla West era particolarmente legato.
Credendo in lui quando tutti gli chiudevano le porte, Simmons segue West con la sua telecamera passo dopo passo come un grande fratello. Il suo obiettivo ha documentato vent'anni di storia da artista in erba a Chicago fino al trasferimento a New York nel tentativo di evolversi professionalmente. Colpisce particolarmente la sua tenacia. A 21 anni decide di fare irruzione negli uffici a Manhattan della casa discografica Roc-A-Fella, che tra i suoi artisti aveva Jay-Z, nel tentativo di ottenere un contratto. Porta alcuni demo ma è costretto ad andare via nell'indifferenza della Roc-A-Fella.
"Sei brillante ma Jay-Z è un genio" - gli dice un amico. "Non rientra con l'immagine da strada" - dice qualcuno della Roc-A-Fella. Ma la tenacia premia e alla fine la stessa casa discografica decide di scritturarlo. La prima parte della trilogia si conclude con l'emozione di West seduto ad un tavolo mentre sta per firmare il suo contratto e poi un viaggio a Chicago dove la madre lo porta nella casa in cui è cresciuto da piccolo.
Tuttavia chi non è contento del documentario è lo stesso protagonista, ossia Kanye West, il quale ha chiesto di essere lui a dare l'approvazione finale prima che sia disponibile al pubblico il mese prossimo. Con un post su Instagram che suona come una minaccia il rapper ha scritto, "Lo dico in modo cortese per l'ultima volta. Devo dare l'approvazione per questo documentario prima che esca su Netflix. Aprite la stanza del montaggio in modo che possa essere responsabile della mia immagine. Grazie in anticipo".
"Non si tratta di rendere Kanye piacevole o meno - ha detto Simmons in un'intervista a Variety -. Il documentario non mente.
Ciò che rende il film speciale è che non è qualcosa di definitivo, è il suo viaggio attraverso la mia visione".

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