(di Marzia Apice)
NICOLO' ZULIANI, IL COLORE DELLA
TEMPESTA. ROMANZO DI UN'IMPRESA ITALIANA (Salani, pp.288, 16
euro). E' forse l'averci ricordato la generosità, il coraggio e
l'eroica determinazione di cui il nostro Paese può essere capace
il più grande pregio del libro di Nicolò Zuliani, "Il colore
della tempesta", edito da Salani. E il libro ce lo ricorda senza
l'ausilio della retorica, ma solo riportando sulla pagina tutta
la forza di una storia vera. "Il colore della tempesta" è
infatti il racconto in forma di romanzo della vicenda dei
profughi vietnamiti che nell'estate del 1979 vennero ignorati
dal mondo e salvati solo grazie a una missione militare
italiana: un'impresa umanitaria rapida ed efficace, voluta dal
Presidente della Repubblica di allora, Sandro Pertini, e dal
governo all'epoca guidato da Giulio Andreotti, che portò gli
incrociatori Vittorio Veneto e Andrea Doria e la nave d'appoggio
Stromboli direttamente verso le coste del sud est asiatico.
Dall'Italia a Creta, passando per il Canale di Suez, navigando
miglia e miglia verso il Vietnam con l'unico scopo di salvare
vite umane: un obiettivo raggiunto, perché i militari riuscirono
a strappare alla morte poco più di 900 civili vietnamiti in fuga
dal regime comunista, finiti come profughi in mezzo al mare su
imbarcazioni di fortuna, senza cibo né acqua, alla mercé di
pirati e fenomeni atmosferici inclementi. Zuliani, in un
racconto parallelo tra Italia e Vietnam, ricostruisce questa
storia (anche grazie a un approfondito lavoro di cerca) e la
svela in modo brillante, con un ritmo che coinvolge e un
registro narrativo agile, accattivante e ironico. Il romanzo,
pur concentrandosi sulla dimensione umana, tra sentimenti e
riflessioni dei protagonisti, offre all'autore l'occasione di
delineare anche il ritratto di un Paese che di certo a distanza
di tanti anni è cambiato, ma che nei suoi tratti migliori forse
è rimasto lo stesso. Seguendo la storia, è impossibile però non
interrogarsi su dove stiamo andando oggi, e su quale posizione
(come singoli e come Paese) siamo pronti ad assumere, di fronte
alle tante emergenze umanitarie con cui siamo chiamati a
confrontarci. Valore aggiunto del romanzo sono infine
personaggi, che Zuliani costruisce con cura: come quello del
protagonista della vicenda, lo studente italo vietnamita
Domenico Nguyen-Hun-Phuoc, un ragazzo come tanti, con mille idee
in testa e tutte poco chiare sul proprio futuro, interessato
solo a far colpo su una ragazza dell'università. Il giovane,
timido e impacciato, improvvisamente si ritrova al centro di
un'incredibile avventura: viene infatti prelevato dalle forze
dell'ordine perché lo Stato italiano ha bisogno di lui. Sarà
proprio Domenico, insieme a due sacerdoti, a fare da interprete
per poter comunicare con le popolazioni locali, in un viaggio
che per lui sarà scoperta di se stesso, oltre che una
straordinaria operazione umanitaria rimasta nella storia.
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