E' morta la pittrice
americana Janet Stayton che da più di 40 viveva e lavorava a
Pietrasanta (Lucca), la città degli artisti, dove aveva uno
studio nella via Aurelia concepito come un 'hortus conclusus'
fra antichi laboratori di scultura. Fin da giovanissima, come
ricordava lei stessa, era stata affascinata dal paesaggio
toscano, ritratto anche nei suoi primi disegni e dipinti. Janet
Stayton aveva 82 anni. Malata da qualche tempo, è deceduta nella
sua casa a Pietrasanta.
"Janet era parte della nostra comunità - la ricorda il
sindaco Alberto Stefano Giovannetti - e non solo artistica. Il
suo linguaggio, così genuino e immediato, era una sintesi
naturale, libera e vivace, fra le sue radici americane e la
quotidianità di Pietrasanta, fatta di spazi aperti, opere
monumentali e piccoli borghi".
L'artista si era formata negli Stati Uniti, dove aveva
affinato la sua cultura figurativa esponendo nei primi anni '70
a New York, St. Louis e Chicago. Janet Stayton poi aveva
intrapreso un percorso creativo di almeno venti anni,
misurandosi con una pluralità di contesti, tecniche e materiali:
dal mondo della grafica a quello della pittura, con incursioni
anche nella scultura e nell'ornamento polimaterico, attraverso
la conoscenza della storia, delle culture e dei luoghi, ma anche
grazie a una ricerca paziente di corrispondenze artistiche,
figurative, letterarie, poetiche e teatrali. Sue opere fanno
parte di prestigiose collezioni pubbliche e museali di alto
prestigio internazionale come il Brooklyn Museum of Fine Arts a
New York, il Chicago Art Institute o il Ministry D'Affaires
Culturelles, in Francia; numerose sono anche le mostre
collettive e personali che l'hanno vista protagonista anche
nella 'Piccola Atene' della Versilia, come 'Colori della vita'
(1999), 'New Works on Paper' (2002) e l'ultima, nel 2018, alla
sala delle Grasce con un ricco excursus dei suoi lavori.
Janet Stayton sarà ricordata con una commemorazione alla
cappellina della Croce Verde di Pietrasanta, in vicolo dei
Lavatoi domani, giovedì 26 maggio, alle ore 16.
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