(di Silvia Lambertucci)
(ANSA) - ROMA, 17 SET - Un nuovo "enorme progetto" di messa
in sicurezza per tutto il versante sud del parco, che porterà
con sé ulteriori scavi e scoperte, tanti edifici ancora da
restaurare e riaprire al pubblico, le strategie per
riconquistare i visitatori dopo il crollo dei mesi di pandemia.
Pompei cerca un nuovo super direttore e il ministro della
cultura Franceschini chiama a raccolta la stampa internazionale:
"Il bando è sulle pagine dell'Economist per oggi e domani,
aiutateci a far girare la notizia", annuncia il ministro pd. La
competizione è aperta, "si faccia avanti il migliore", ripete
affiancato da Massimo Osanna, che del sito archeologico campano
è l'applauditissimo direttore uscente e che ora, nella nuova
veste di direttore generale dei Musei Mibact, potrà seguire da
vicino la scelta del successore, per legge affidata ad una
commissione di esperti internazionali e quindi allo stesso
ministro. Porte aperte in Europa anche per Pompei, quindi, da
sempre il secondo sito più gettonato d'Italia dopo il Colosseo,
le candidature si possono inviare fino al 3 novembre, la nomina
dovrebbe arrivare entro il marzo 2021. Anche se dopo il clamore
e le polemiche che accompagnarono nel 2015 il primo concorso
internazionale (quello che portò tra gli altri il tedesco Eike
Schmidt agli Uffizi e il francese Sylvain Berlenger a
Capodimonte) non è detto che alla fine non sia proprio uno
studioso italiano a spuntarla, come è stato nell'ultima tornata
di 13 super direttori, dove l'unico straniero scelto è stato
l'archeologo Stéphane Verger chiamato a guidare a Roma il
museo archeologico nazionale. "A contare sono il curriculum, la
qualità il progetto, non la nazionalità".
Tant'è, alla vigilia di una tornata elettorale e di un
referendum entrambi nevralgici per la buona tenuta del governo,
Franceschini guarda ai risultati degli ultimi 5 anni e sciorina
i successi del Grande Progetto Pompei con 76 interventi
finanziati grazie ai 105 milioni arrivati per il 75% dall'Unione
Europea, la messa in sicurezza di "un fronte di 2,7 chilometri,
oltre 2000 metri quadri di superficie indagata, 45 edifici
restaurati, 30mila metri cubi di materiale di scavo rimossi, 4
chilometri di itinerari facilitati per i visitatori con
disabilità".
E ancora, sottolinea soddisfatto l'exploit di visitatori
arrivato con il nuovo corso, che ha visto lievitare gli ingressi
dai 2, 6 milioni del 2014 ai quasi quattro del 2019
(3.937.468). "Quando sono arrivato Pompei era un simbolo di
crolli, oggi è un modello per il mondo", ripete facendo notare
gli incassi "che in 5 anni sono cresciuti del 94%, aiutando,
grazie al meccanismo di solidarietà anche tanti altri musei meno
noti".
Certo, c'è stata la mannaia del lockdown, seguita dalle
incertezze della riapertura, che anche qui hanno colpito duro:
"Rispetto al 2019, un crollo del 70 per cento delle visite",
anticipa il ministro. "Ad oggi gli spettatori totali del 2020
sono pari a quelli di un solo mese di alta stagione del 2019". I
numeri precisi fanno paura: 19 mila a giugno (quasi il bilancio
di una domenica gratuita) 56 mila a luglio , 129 mila ad
agosto.
Chiamato a Pompei dall'allora ministro Massimo Bray, anche
Osanna guarda al bilancio di 6 anni di lavoro: "Lascio Pompei
in uno stato molto diverso da quello che ho trovato, ma il
merito è della squadra, del progetto, delle sinergie - si
schernisce il professore, che in tanti anni non ha mai voluto
lasciare l'insegnamento alla Federico II di Napoli - il
successo si deve a una nuova capacità di dialogare con il
territorio e di fare rete con le istituzioni".
La prossima settimana, anticipa confermando che manterrà
l'interim alla guida del sito fino all'arrivo del prossimo
direttore, si inaugurerà il nuovo museo di Stabia, con affreschi
stupefacenti e nuove meravigliose opportunità di visita. Anche
se il lavoro da fare, avverte, "rimane tantissimo".
E il successore? A chiunque sarà, risponde l'archeologo,
"vorrei lasciare la consapevolezza che anche una situazione
altamente critica si può affrontare e gestire con successo
dall'interno". Poi lancia un appello "perché si mantenga
un'attenzione fondamentale alla manutenzione programmata",
quella che è mancata per decenni prima dei crolli. Franceschini
annuisce concorde. Poi rilancia: "La parte degli scavi è
importantissima, è vero. Ma ora bisogna intervenire su tutto
quello che c'è intorno alla città antica, trasporti,
infrastrutture, ospitalità. La nuova grande sfida è qui".
(ANSA).