Julian Barnes ha vinto la Sezione
Autore Straniero del Premio Letterario Internazionale Mondello,
riconoscimento letterario di pregio curato e promosso, per conto
del Comune di Palermo, dalla Fondazione Sicilia in
collaborazione con la Fondazione Circolo dei lettori e il Salone
Internazionale del Libro di Torino. In qualità di giudice
monocratico, Chiara Valerio ha individuato nel panorama della
letteratura internazionale un suo riferimento letterario
fondamentale, non solo per il percorso di scrittura ma anche per
il contributo alla letteratura mondiale. Una scelta operata in
libertà e autonomia, affidata quest'anno a una scrittrice di
indubbio talento, già vincitrice del Premio Mondello Opera
Italiana nel 2020 con Il cuore non si vede (Einaudi).
"A Julian Barnes che ha scritto che una delle nostre paure è
che la vita possa rivelarsi diversa dalla letteratura", scrive
Chiara Valerio. "A Julian Barnes che ha annodato il tempo
osservando che la nostra lettura attuale dei fatti non è altro
che l'attuale ricordo di quanto, in un certo momento, è
accaduto, e ha dunque segnato che presente, passato e futuro
sono sentimenti e dipendono da chi abbiamo intorno, dal nostro
desiderio di raccontarli. A Julian Barnes che ha sancito quanto
un pappagallo impagliato che compare in un racconto di Flaubert
possa essere un obiettivo di vita, liberandoci dunque da avere
come orizzonte solo il buono, il bello, il migliore, il giusto,
e l'eccelso. A Julian Barnes che ha scritto che ciò che
chiamiamo realismo è un modo per evitare le cose. A Julian
Barnes che non scrive aforismi ma romanzi e a cui dunque sto
facendo un torto con questo elenco. A Julian Barnes che ha messo
al centro dei suoi scritti la vigliaccheria e i compromessi che,
'se non ci fecero stupendi', come ha scritto Pier Paolo
Pasolini, ci hanno fatto argomento di parole, va, per me, il
premio Mondello Internazionale di quest'anno".
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