Attivare nuove metodologie e
competenze che permettano alle persone con disturbi uditivi di
comunicare in tutte le situazioni della vita. Si chiama "Talking
hands" - parlare con le mani, il progetto europeo che punta a
incrementare e estendere la lingua dei segni in più contesti
pubblici e privati, per migliorare l'interazione e
l'integrazione dei soggetti disabili uditivi, prevenendone
l'isolamento sociale e l emarginazione.
"La lingua dei segni può migliorare la qualità della vita ma
anche salvarla se i sanitari di pronto soccorso potessero
conoscere la lingua dei segni per assistere in urgenza il
paziente sordo", spiega Roberto Pili, presidente Ierfop, ente
capofila in Europa dell' iniziativa che coinvolge Croazia,
Grecia, Polonia e Svezia.
"In un contesto come quello Europeo, che vede un tasso di
invecchiamento della popolazione che non ha eguali al mondo,
vogliamo impegnarci per fornire strumenti, frutto delle migliori
esperienze europee che possano aiutare a contenere gli effetti
negativi delle disabilità sensoriali come la sordità", aggiunge
Pili. Il vice presidente Ierfop Cataldo Ibba sottolinea come
"questa collaborazione permette di sviluppare la Lingua dei
segni in modo uniforme nei vari Paesi europei".
Concretamente Ierfop, sulla base dei rapporti regionali con i
feedback e suggerimenti raccolti dai gruppi target e dai
portatori di interesse partecipanti, svilupperà la "Guida
metodologica" che comprenderà le lezioni da registrare nelle
lingue dei segni dei paesi partecipanti al progetto, suddivise
nei 7 argomenti concordati, per un totale di 196 lezioni.
Ciascuna lezione, arricchita da un vocabolario e esercizi di
grammatica, sarà tradotta anche nelle lingue di ciascun partner
durante le successive fasi progettuali, oltre che in inglese e
caricata conseguentemente sulla piattaforma on line rendendola
accessibili alle utenze.
"Una grande occasione per affrontare il problema della
comunicazione dei sordi - evidenzia il consigliere del Cda
Ierfop Claudio Murtas - perché introduce nuove possibilità che
potranno essere condivise anche in altri paesi limitrofi". "E
Ierfop - ha messo in evidenza il direttore della Formazione
Bachisio Zolo- vanta una lunga esperienza sul tema degli
approcci formativi inclusivi, soprattutto legati alla
disabilità".
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