Il Coordinamento Ambientale
Taranto, a cui aderiscono dieci associazioni, esprime "profonda
indignazione per la conversione in legge del Decreto Legge
2/2023" sull'ex Ilva. Norma che, si aggiunge, "garantisce
l'immunità penale per i gestori del Siderurgico" e "rappresenta
un'aggressione allo stato di diritto ed alla giustizia
italiana". La nota è condivisa anche da Europa Verde-Verdi
Taranto e da Rosa D'Amato, europarlamentare Greens/Efa.
Secondo il cartello di associazioni, "il governo discrimina
Taranto e i suoi abitanti creando leggi ad hoc a tutela dei
gestori dell'industria inquinante benchè siano noti i gravi
danni alla salute ed all'ambiente causati dalle emissioni del
siderurgico. Questa legge priva alcuni cittadini italiani del
principio di uguaglianza garantito dalla Costituzione Italiana.
Questa legge solleva lo Stato dall'obbligo di tutelare la salute
dei propri cittadini".
È, insiste il Coordinamento Ambientale, "l'ennesimo insulto alla
memoria delle innumerevoli vittime dell'inquinamento e delle
loro famiglie. Taranto è stata definita dall'Oni come 'zona di
sacrificio', poichè vengono violati i diritti umani a causa di
un inquinamento devastante per la salute e l'ambiente. La Corte
Europea dei diritti dell'uomo ha più volte condannato l'Italia
per non aver protetto i cittadini di Taranto dall'inquinamento
dell'ex Ilva ed aver violato il loro diritto al rispetto della
vita privata e familiare".
Le associazioni hanno scritto anche al presidente della
Repubblica Sergio Mattarella" affinchè si avvalga dell'articolo
74 comma 1 della Costituzione. Tale articolo - spiegano -
prevede che il presidente della Repubblica possa esercitare il
proprio veto sulle leggi approvate dal Parlamento che
contravvengono alla Costituzione o ai principi fondamentali
dell'ordinamento giuridico".
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