(ANSA) - PALERMO, 27 LUG - Il Ministero della cultura ha
ripartito 1,8 miliardi di euro per il miglioramento
dell'efficienza energetica di cinema, teatri e musei, per
l'attrattività dei borghi, la valorizzazione di parchi e
giardini storici, per l'adeguamento sismico e messa in sicurezza
di luoghi di culto, torri e campanili e per il restauro di
chiese del patrimonio del Fondo edifici di culto del Ministero
dell'interno. In Sicilia valgono 190 milioni circa i progetti
ammessi e di questi 15 milioni per interventi nell'Ennese.
Per la linea "attrattività dei borghi" l'unico progetto è ad
Assoro (1,6 mln).
Nessun progetto ammesso per la linea "parchi e giardini
storici" né per la linea "Migliorare l'efficienza energetica di
cinema, teatri e musei"
Tutti gli altri progetti finanziati sono per la linea "Sicurezza
sismica nei luoghi di culto, restauro del patrimonio culturale
del Fondo Edifici di Culto e siti di ricovero per le opere
d'arte (Recovery Art)" e riguardano i comuni di Agira, Aidone;
Barrafranca, Centuripe, Cerami, Enna, Nicosia, Piazza Armerina
con ben 4 progetti, Regalbuto, Troina che ha il finanziamento
più rilevante (2, 4 milioni) e infine Valguarnera Caropepe.
"Ci lascia l'amaro in bocca - dice Sabrina Burgarello, Ance
Enna - vedere che alcuni Comuni non hanno messo in campo
progetti, ma accogliamo con soddisfazione questa prima tornata
di finanziamenti del Pnrr. Ora auspichiamo che le istituzioni si
adoperino per garantire massima trasparenza nelle procedure di
affidamento, anche per sfatare il primato che alcuni media
hanno assegnato alla provincia di Enna come quella a più alto
rischio di corruzione". Il riferimento è ai dati che Anac ha
reso noto attraverso il suo sito "Misura la corruzione". Al
primo posto della classifica, che prende in esame 106 province,
c'è Enna, seguita da Crotone e Palermo.
"Enna deve questo primato tendenziale all'utilizzo abnorme
delle procedure negoziate nelle gare d'appalto - aggiunge - e
alla concentrazione di aggiudicatari tra imprese del comune che
ha bandito la gara. Da tempo sosteniamo che le procedure
negoziate limitano fortemente la trasparenza delle gare e
penalizzano le imprese che non vogliono amici nelle stazioni
appaltanti ma amministratori corretti. Auspichiamo che le
amministrazioni locali adottino tutte le norme a garanzia della
trasparenza delle gare". (ANSA).