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Non ne parliamo più, 'un'appassionata ribellione all'omertà'

Non ne parliamo più, 'un'appassionata ribellione all'omertà'

Moroni e Khindria raccontano pagina ignorata storia francese

TORINO, 29 novembre 2022, 11:43

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Questo film si concentra su una parte della storia della Francia che è ancora largamente ignorata. Una vergogna che il Paese ha preferito dimenticare.
    Una vergogna che il governo francese ha impiegato decenni per affrontare". Così Vittorio Moroni e Cecile Khindria parlano di "N'en parlons plus" (Non ne parliamo più. L'inferno a cui siamo sopravvissuti), che hanno presentato in prima mondiale al Torino Film Festival il 28 novembre. Il film è in concorso nella sezione documentari, dura 76 minuti, in francese con sottotitoli in italiano.
    Quando Sarah, 30 anni, diventa madre, decide di rompere l'omertà imposta dal padre sul passato della sua famiglia.
    Durante la guerra d'Algeria, suo nonno ha combattuto a fianco dei francesi contro l'indipendenza del suo popolo. Quando la Francia perde, l'intera famiglia fugge a Marsiglia, ma invece di essere accolta, viene rinchiusa in un campo. È qui che inizia il viaggio di Sarah. "Questo film, che prende forma attraverso questo viaggio, è un documento unico che rivela un luogo in cui si è svolto un evento storico poco conosciuto in Francia e totalmente sconosciuto all'estero. Ma è soprattutto un'appassionata ribellione all'omertà", spiega Moroni. Un mosaico che appartiene tanto alla dimensione intima della memoria familiare quanto a quella pubblica della Grande Storia. Questo film, che prende forma attraverso il viaggio di Sarah, è un documento che rivela un luogo in cui si è svolto un evento storico poco conosciuto in Francia e totalmente sconosciuto all'estero. Ma è soprattutto un'appassionata ribellione all'omertà, o forse un atto di fede ostinata nella capacità catartica di guarire il dolore confrontandosi con la memoria.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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