Si sta concludendo anche in
provincia di Torino la mietitura del grano che quest'anno ha
perso, a causa della siccità, il 30% della produzione. Sui 15
mila ettari la resa stimata dalla Coldiretti è di circa 500 mila
quintali, contro i 700 mila ottimali. Normalmente una pianta di
grano produce 12-15 fusti con spiga, con la siccità invernale le
piante si è fermata a 5-6.Le poche spighe hanno, a loro volta,
prodotto dai due terzi alla metà dei chicchi di una stagione
normale. Inoltre, nelle aree toccate dalle recenti grandinate
c'è stata la perdita della produzione fino al 100%.
La Borsa merci di Torino segnala quotazioni dai 350 ai 370
euro a tonnellata, contro i 240-260 dell'anno scorso per il
concorso della crisi climatica globale che riduce le produzioni
nelle grandi aree cereralicole del mondo, della guerra in
Ucraina e delle speculazioni.
"Questo era l'anno in cui avremmo dovuto aumentare la
produzione locale di grano - osserva il presidente di Coldiretti
Torino, Bruno Mecca Cici - Invece abbiamo un forte calo di rese
che aumentano la dipendenza dei forni torinesi dai cereali
importati, in una situazione di mercato globale dove il grano ha
raggiunto prezzi altissimi".
Ma ci sono anche segnali incoraggianti e oggi Coldiretti
Torino ha presentato la filiera tutta locale del grano di
qualità della collina chivassese, la filiera del Gran dij Bric,
nata nel 2016 in accordo con il mulino di Casalborgone.
Le prime semine nel 2017, oggi, la filiera conta 20 aziende
agricole aderenti con oltre 116 ettari coltivati tra i 12 comuni
compresi tra Casalborgone, Castagneto Po e Verrua Savoia.
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