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La guerra del gas tra Russia e l'Occidente

Come si รจ sviluppata dall'invasione dell'Ucraina a oggi

26 luglio, 19:29
(ANSA) - PARIGI, 26 LUG - Il gas naturale si è trasformato in un'arma di guerra tra Russia ed Europa a partire dall'invasione dell'Ucraina da parte di Mosca, il 24 febbraio scorso. Ecco come si è sviluppato il quadro: - Nord Stream 2 interrotto - Il 22 febbraio 2022, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz annuncia la sospensione del progetto con la Russia del gasdotto Nord Stream 2, in risposta al riconoscimento da parte di Mosca delle due regioni separatiste in Ucraina. Il progetto era stato a lungo fonte di tensione con gli alleati di Berlino negli Stati Uniti e in Europa, che temevano che il progetto avrebbe aumentato la dipendenza energetica della Germania dalla Russia.

L'Ucraina, inoltre, temeva anche di perdere i ricavi dal transito del gas se il Nord Stream 2, che avrebbe consegnato gas russo alla Germania attraverso il Mar Baltico, fosse andato avanti.

- I prezzi del gas salgono - Il 24 febbraio la Russia invade l'Ucraina. I prezzi del gas e del petrolio salgono per i timori di possibili tagli alle forniture. Il 2 marzo, l'Unione Europea esclude sette banche russe dal sistema di trasferimento bancario SWIFT. Ma risparmia due grandi istituti di credito con forti legami con il settore energetico, una mossa che ha confermato la dipendenza di diversi stati Ue dal gas russo.

- Embargo USA - L'8 marzo, il presidente Joe Biden vieta le importazioni statunitensi di gas e petrolio russi. L'Ue afferma che quest'anno ridurrà di due terzi le sue importazioni di gas russo e la Gran Bretagna afferma che eliminerà gradualmente le sue importazioni di energia da Mosca entro la fine del 2022.

- La risposta della Russia - Il 23 marzo, il presidente russo Vladimir Putin vieta ai clienti europei che acquistano il gas russo di pagare i conti in dollari ed euro, in risposta al congelamento di circa 300 miliardi di dollari di riserve valutarie detenute dalla Russia all'estero.

Putin annuncia che Mosca accetterà pagamenti in rubli solo da paesi "ostili", comprese le nazioni Ue. La Commissione europea avverte i membri dell'Unione che pagando in rubli violerebbero le sanzioni internazionali contro Mosca. Washington accetta di fornire all'Europa 15 miliardi di metri cubi in più di gas naturale liquefatto nel corso di quest'anno.

- Rubinetti chiusi ;;- Il 27 aprile, il colosso russo Gazprom interrompe le forniture di gas a Bulgaria e Polonia, con una mossa che la numero uno della Commissione europea Ursula von der Leyen definisce "ricatto". Von der Leyen aggiunge che i due membri UE e NATO riceveranno comunque gas dai loro vicini Ue. Il 21 maggio la Russia taglia il gas anche alla vicina Finlandia, che si era rifiutata di pagare in rubli e aveva irritato Mosca chiedendo di aderire alla NATO. Anche i Paesi Bassi e la Danimarca vengono tagliati fuori dalle forniture russe dopo che si erano rifiutati di pagare in rubli.

- Nessun embargo - Il 30 maggio, i leader Ue decidono di interrompere la maggior parte delle importazioni russe di petrolio entro la fine dell'anno, ma rimandano decisioni simili relative al gas russo.

- Pressioni sull'Europa - A metà giugno, Gazprom taglia drasticamente le forniture giornaliere di gas alla Germania attraverso il gasdotto Nord Stream, provocando un aumento dei prezzi. Giustificando la mossa con un problema tecnico, Gazprom riduce le consegne in maniera significativa, mentre i leader Ue si preparano a concedere all'Ucraina lo status di candidato. Il 23 giugno, la Germania si avvicina al razionamento del gas, portando il livello di allerta sulle forniture alla seconda delle tre fasi possibili.

- Piano UE - L'11 luglio, Gazprom inizia dieci giorni di manutenzione ordinaria sul gasdotto Nord Stream 1, con conseguente riduzione del gas inviato in Europa. Una settimana dopo, Ue e l'Azerbaigian firmano un accordo per raddoppiare le importazioni di gas dalla nazione sul Caspio, ricca di energia, verso l'Europa. Il blocco dei 27 si è anche rivolto a paesi ricchi di petrolio come il Qatar, la Norvegia e l'Algeria per compensare il 'buco' creato dalle mancate importazioni dalla Russia. Il 20 luglio, la Commissione europea esorta gli stati Ue a ridurre la domanda di gas naturale del 15% nei prossimi mesi, per garantire le scorte invernali.

- Rifornimenti tagliati di nuovo - Il 25 luglio, Gazprom annuncia un ulteriore taglio alle forniture a circa il 20 percento della capacità del gasdotto a partire dal 27 luglio, a causa delle "condizioni tecniche" di una delle turbine. Il governo tedesco ribatte che non c'è "nessuna ragione tecnica" dietro la mossa. (ANSA).

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