(ANSA) - ROMA, 25 LUG - E' stata la Russia a lanciare i suoi
missili contro il porto di Odessa ma non per colpire i depositi
di grano pronto ad essere esportato in base all'accordo siglato
tre giorni fa a Istanbul: l'obiettivo erano le infrastrutture
militari ucraine. Mosca ammette la paternità dell'attacco e lo
fa secondo il copione consueto di una narrativa in base alla
quale, anche contro l'evidenza, l'armata di Putin non colpisce
mai edifici civili come scuole, case, ospedali, fabbriche, ma
solo ed esclusivamente target militari. E all'allarme del mondo
Mosca risponde rassicurando tutti sul rispetto degli impregni
presi con l'Onu e la Turchia sull'esportazione dei cereali
ucraini da tre porti del Mar Nero (Odessa, Chernomorsk e
Yuzhny). Sono stati i portavoce del ministero degli Esteri e
della Difesa, Maria Zakharova e Igor Konashenkov, a precisare
rispettivamente che "missili Kalibr hanno distrutto delle
infrastrutture militari nel porto di Odessa, con un attacco ad
alta precisione" e che "sono stati distrutti una nave da guerra
ucraina e un deposito di missili Harpoon forniti dagli Stati
Uniti a Kiev". Glissando disinvoltamente sull'assicurazione
fornita meno di 48 ore prima tramite il ministro della Difesa
turco Hulusi Akar di non avere "assolutamente nulla a che fare
con questo attacco". Ci ha pensato poi il ministro degli Esteri
russo Sergei Lavrov, dal Cairo dove era in visita, a precisare
che la Russia manterrà i suoi impegni sull'export di cereali a
prescindere dalla revoca o meno delle restrizioni applicate a
Mosca e che saranno la Marina russa e quella turca a garantire
la sicurezza delle navi. (ANSA).
© Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati