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Ucraina: media, in Serbia prosegue 'invasione' di russi

Blic, sono piĆ¹ di centomila, giunti dall'inizio del conflitto

30 ottobre, 18:02
(ANSA) - BELGRADO, 30 OTT - Sarebbero ormai più di centomila i russi arrivati in Serbia dall'inizio dell'intervento militare di Mosca in Ucraina. Nel darne notizia, il quotidiano Blic riferisce che protagonisti di tale 'invasione' pacifica sono in larga parte giovani professionisti e imprenditori, molti del settore informatico e IT, soli o con le rispettive famiglie, che si fermano fondamentalmente a Belgrado con l'intenzione di fondare nuove società e proseguire la loro attività lavorativa, divenuta per tanti in Russia un percorso a ostacoli per via delle pesanti sanzioni economche e finanziarie occidentali.

Sono circa 2.300 le nuove società create in Serbia dai russi negli ultimi mesi. Il flusso, scrive il giornale belgradese, si è intensificato ulteriormente dopo la proclamazione della mobilitazione parziale da parte del presidente Vladimir Putin.

Difficile dire se si tratti di veri e convinti oppositori, certo è che si vuole evitare la chiamata alle armi, e far trascorrere questo periodo bellico e tumultuoso, prima magari di fare ritorno in patria con tempi migliori.

E la scelta della Serbia è motivata da vari fattori - è un Paese tradizionalmente amico della Russia e dei russi, che non vengono visti con sospetto o aperta ostilità come è il caso di tanti altri Paesi europei (lo stesso Putin gode in Serbia di grande consenso e ammirazione e nei chioschi turistici in centro restano in vendita magliette con la sua effigie); un Paese unico in Europa insieme alla Bielorussia che non ha aderito alle sanzioni occidentali, che è collegato con voli diretti da Mosca e San Pietroburgo, e che i russi percepiscono vicino per lingua (compreso il cirillico), religione, tradizioni.

In pratica i russi si sentono quasi come a casa loro, anche se tutto ciò ha causato negli ultimi mesi un forte lievitare dei prezzi sul mercato immobiliare, sia per affitti che per acquisti di appartamenti. I russi che arrivano a Belgrado infatti sono per lo più appartenenti a classi medio-alte con notevole disponibilità di denaro, conti in banche estere, carte di credito, auto di grossa cilindrata e costosissimi suv, e capi di abbigliamento firmati. "Appena sbarcati i russi si recano direttamente dall'aeroporto alle agenzie immobiliari per l'affitto di appartamenti, e i prezzi sono schizzati in alto in molti casi anche del 100%", scrive Blic, secondo cui in quartieri centrali della capitale un monocamera che un anno fa si affittava a 300 euro al mese ora costa 600 euro.

In base all'attuale normativa, i cittadini russi possono soggiornare in Serbia senza visto per 90 giorni, chi vuole può successivamente fare domanda di soggiorno prolungato adducendo motivi di lavoro e di impresa. Dai ristoranti ai supermercati, dalle banche ai posti di taxi, ai negozi eleganti di moda e alle strade dello shopping in centro - a Belgrado il russo diventa sempre più seconda lingua. (ANSA).

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