(ANSA) - BELGRADO, 31 MAG - Nel nord del Kosovo resta alta la
tensione interetnica. Dopo una notte trascorsa tranquilla e
senza eccessi, da stamane alcune migliaia di manifestanti serbi
sono tornati a radunarsi davanti alla sede del Municipio a
Zvecan, uno dei quattro maggiori Comuni del nord a maggioranza
serba, ribadendo le richieste alla dirigenza di Pristina -
ritiro delle unità di polizia dal nord del Kosovo a maggioranza
serba, e rinuncia dei nuovi sindaci di etnia albanese, eletti il
23 aprile scorso, a insediarsi nelle sedi municipali dei Comuni
serbi del nord. Tali sindaci sono ritenuti illegittimi essendo
stati eletti in una consultazione che, per il boicottaggio dei
serbi, ha fatto registrare una affluenza di appena il 3%. E non
si accetta che sindaci rappresentanti il 2% degli abitanti
albanesi vadano a governare città la cui popolazione è al 98%
costituita da serbi. I dimostranti a Zvecan - riferiscono i
media a Belgrado - hanno dispiegato stamane una enorme bandiera
serba di 250 metri, e con altoparlanti vengono diffuse musiche
patriottiche e canzoni tradizionali serbe. Sul posto è massiccia
la presenza di polizia kosovara e truppe della Kfor, la Forza
Nato in Kosovo, a presidio della sede del Comune, che è stato
isolato da recinzioni e da una barriera di filo spinato. Forte è
la presenza di forze dell'ordine e di militari Nato anche
intorno ai Municipi di Zubin Potok e Leposavic, altri due Comuni
a maggioranza serba, dove si prevedono nuove manifestazioni di
protesta da parte dei serbi locali. A Leposavic gruppi di
dimostranti hanno presidiato per tutta la notte la sede del
Comune, dove il nuovo sindaco albanese ha trascorso
evidentemente la seconda notte per ragioni di sicurezza. Le
proteste di questi giorni non riguardano la municipalità del
settore nord (serbo) di Kosovska Mitrovica,, il cui nuovo
sindaco non è di etnia albanese ma bosniaca, e che è stato
accettato dagli abitanti serbi della città. (ANSA).
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