La Giunta Capitolina non applicherà
lo stralcio dei debiti nei confronti del fisco in riscossione
coattiva fino al 2015, avvalendosi della facoltà prevista dalla
Legge di Bilancio 2023. Altrimenti, per il Comune di Roma si
tratterebbe di rinunciare a circa 280 milioni di euro di entrate
ancora non pagate, antecedenti al 2015. Lo stralcio imporrebbe
la copertura finanziaria con risorse nuove che non potrebbero
più essere riscosse.
Il sindaco Roberto Gualtieri ha detto che "La nostra è una
scelta di responsabilità, che siamo convinti di assumere e di
sottoporre al voto dell'Assemblea Capitolina. Si tratterebbe in
sostanza di ridurre servizi alle persone per 60 milioni l'anno
per 5 anni, servizi come l'assistenza ai disabili, il trasporto
pubblico, gli asili nido. A Roma in questo anno passato abbiamo
riorganizzato le spese, gli uffici, intercettato fondi per
investimenti senza precedenti su gestione rifiuti, mobilità
sostenibile, welfare. Abbiamo inoltre lavorato sulla capacità di
spesa e sul rafforzamento del fronte delle entrate, proprio per
combattere tanto le conseguenze di un difficile scenario
nazionale e internazionale quanto il fatto che le risorse
destinate a Roma non sono mai proporzionate con il ruolo e la
dimensione di una Capitale. In questo contesto non possiamo in
alcun modo perdere risorse che, a dispetto di quanto a volte
affermato, sono risorse vere e che servono alla nostra città, né
possiamo dimenticare il rispetto nei confronti di chi le tasse e
le multe le ha sempre pagate. La Legge di Bilancio del Governo
consente quindi a tutti i comuni italiani di poter scegliere,
fornendo uno strumento utile soprattutto per le grandi città e,
in particolare Roma, che ha spese enormi in termini di
dimensioni di servizi e di infrastrutture messi a disposizione
di residenti e non residenti. E noi questo strumento intendiamo
usarlo".
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