(ANSA) - MILANO, 08 FEB - Consumatori più digitali e più
propensi a cercare prodotti e servizi on-line. La pandemia da
Covid-19 ha spinto la digitalizzazione di prodotti e servizi in
Europa, modificando i comportamenti dei consumatori e
accelerando quelle trasformazioni in corso che, in condizioni
normali, avrebbero richiesto anni per affermarsi. E' quanto
emerge dallo studio di Deloitte 'Umanesimo digitale, stella
polare della ripresa'. Il 30% dei consumatori europei (di
Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Paesi Bassi,
Svizzera, Regno Unito e Paesi scandinavi) ha provato, secondo la
ricerca, per la prima volta lo shopping online e l'e-banking
durante la prima ondata Covid. Quasi la stessa percentuale (35%)
di intervistati pensa che sfrutterà i canali di vendita digitali
anche dopo la fine dell'emergenza sanitaria. Significativo il
dato sulla popolazione anziana: per sfuggire all'isolamento e
alla solitudine, quasi la metà (44%) dei pensionati ha usato per
la prima volta le tecnologie digitali. Ma digitalizzare ogni
esperienza non è sempre la soluzione migliore: il 41% degli
intervistati dichiara di preferire un mix tra canale online e lo
shopping fisico. E il 38% ritiene che il processo di
digitalizzazione non consideri sufficientemente l'aspetto umano.
"La tecnologia e l'innovazione sono state fondamentali per
permetterci di continuare a lavorare, studiare, comunicare -
afferma Andrea Poggi, Innovation Leader North and South Europe
di Deloitte -. Senza questo prezioso alleato l'impatto della
pandemia sarebbe stato molto più pesante da tutti i punti di
vista: sanitario, economico, sociale". Allo stesso tempo, però,
"abbiamo anche capito quali sono i limiti dell'innovazione: non
possiamo pensare di trasformare ogni esperienza fisica in
esperienza virtuale". "Dobbiamo andare nella direzione di una
innovazione sempre più antropocentrica. E per questo pensiamo
che le soluzioni vincenti saranno rappresentate da modelli
ibridi, in cui c'è un mix integrato di digitale e fisico",
conclude Poggi (ANSA).