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Da Picasso a Matisse, il Mito dell'Africa in mostra a Trieste

Dal 25 marzo. Sculture e opere arte raccontano contaminazioni

(ANSA) - TRIESTE, 17 MAR - Gli artisti del 900' e la loro attrazione per le sculture tribali. E' questo il filo conduttore della mostra "Il Mito dell'Arte Africana nel '900. Da Picasso a Man Ray, da Calder a Basquiat e Matisse" a cura di Vincenzo Sanfo, Anna Alberghina e Bruno Albertino, che aprirà al pubblico sabato 25 marzo al Magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste.
    "L'ammirazione degli artisti moderni per le sculture tribali dal 1907 al 1914 - afferma Albertino - è documentata da fotografie degli interni degli studi, dagli scritti e dalle loro stesse opere. Picasso, Matisse, Brancusi, Braque apprezzavano dell'arte tribale sia la finezza estetica che la sua essenzialità altamente stilizzata. Anche e soprattutto grazie a questi artisti, la scultura tradizionale è diventata importante ed è stata esposta nei più prestigiosi musei del mondo".
    Il percorso, visitabile fino al 30 luglio, si apre con l'esposizione di circa 100 opere d'arte africana tra sculture, maschere e oggetti, appartenenti alla Collezione dei curatori Albertino e Alberghina. La seconda parte - informa una nota - è invece dedicata all'esposizione di circa 50 opere d'arte del Novecento, nelle quali si coglie l'aspetto immortale del mito africano, con una vasta sezione dedicata a Picasso con disegni, litografie, e ceramiche. Si continua con le opere di Matisse, Calder, Gauguin, Man Ray, fino ad arrivare ai più contemporanei Mimmo Paladino, Basquiat e Xu de Qi. "Partendo dalle esperienze picassiane - sottolinea Sanfo - questa mostra ci porta sino ai giorni nostri attraversando percorsi che hanno in comune una visione dell'arte che trae dall'essenzialità delle forme africane ispirazione, generando i papier-decoupe matissiani, le decorazioni tribali di Keith Haring, le surreali visioni di Man Ray, le gioiose figure di Calder accostate alla furia costruttiva di Basquiat. Cosi come le irriverenti maschere di Enrico Baj, le luminose visioni di Marco Lodola e le incursioni di Marco Nereo Rotelli, accompagnate dalla cancellazione picassiana del cinese XuDeqi".
    La mostra è prodotta da Navigare in co-produzione con Diffusione e Cultura e promossa dal Comune di Trieste con il supporto di Trieste Convention and Visitors Bureau e PromoTurismoFvg. (ANSA).
   

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