La mozione è prevista sin dai Trattati di Roma, che citavano l'istituto nell'articolo 201. Oggi lo strumento è disciplinato dall'articolo 17, paragrafo 8, del Trattato sull'Ue e dall'articolo 234 del Trattato sul funzionamento dell'Unione. E' previsto, inoltre, dall'articolo 127 del Regolamento del Parlamento europeo. Stando al regolamento, "un decimo dei deputati che compongono il Parlamento può presentare al Presidente una mozione di censura nei confronti della Commissione". Il quorum quindi è di 75 eurodeputati.
In passato i numeri per presentare tale mozione sono stati trovati solo 7 volte ma mai è stata approvata dall'Eurocamera.
Stando al regolamento infatti, "la mozione è approvata con la maggioranza dei due terzi dei voti espressi e a maggioranza degli eurodeputati presenti". Una doppia maggioranza che rende difficilissimo l'ok dell'Aula alla mozione. Anche la procedura di voto è molto rigida. L'atto deve essere motivato e immediatamente trasmesso dal presidente del Parlamento Ue sia alla Commissione sia ai singoli deputati. Solo ventiquattro ore dopo ha inizio la discussione in seno all'organo parlamentare, a partire dalla quale devono trascorrere ulteriori 48 ore per procedere alla votazione con appello nominale.
L'ultima volta che si è parlato di mozione di censura è legata al tentativo di avviare una raccolta firme contro la presidente Ursula von der Leyen messo in campo prima dell'estate da alcuni eurodeputati di Renew, che si dissero pronti all'iniziativa nel caso in cui Bruxelles avesse dato ok ai fondi del Pnrr alla Polonia.
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