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Ferreira, serve un piano per Taranto e Sulcis

Ferreira, serve un piano per Taranto e Sulcis

Dei fondi strutturali 2014-2020 restano ancora da spendere 10 miliardi

04 ottobre 2021, 09:38

Redazione ANSA

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Ferreira, serve un piano per Taranto e Sulcis © ANSA/EPA

BRUXELLES - Per le risorse del fondo per la transizione giusta Ue per Taranto e il Sulcis Iglesiente "è davvero importante sviluppare un piano" concertato tra autorità nazionali, locali, imprese e sindacati. Lo dice all'ANSA la commissaria Ue agli affari regionali, Elisa Ferreira, in un'intervista a trecentosessanta gradi sui fondi strutturali per il nostro Paese in cui ricorda che sulla programmazione 2014-2020 restano ancora 10 miliardi da utilizzare entro i prossimi due anni.

Il Just Transition Fund prevede circa un miliardo dal bilancio Ue per i due territori italiani identificati congiuntamente da Roma e Bruxelles come quelli più a rischio per l'impatto sociale e occupazionale della transizione verde. Le risorse di partenza "saranno aumentate grazie ai sostegni della Bei e del programma Invest EU", spiega Ferreira. Ma "il sostegno straordinario è ancorato al lavoro che dovrà essere fatto dagli Stati membri con le autorità locali, le imprese e i sindacati", aggiunge. Solo così, sottolinea, "in queste regioni la transizione da attività economiche ad alta intensità di CO2 a un nuovo paradigma industriale si potrà fare senza creare traumi nel tessuto sociale ed economico". Tutti i soggetti coinvolti dovrebbero fare uno sforzo sulle sinergie tra fondi e iniziative, sottolinea Ferreira.

Lo stesso vale per il budget pluriennale dei fondi di coesione 2021-27, quello degli aiuti 'convenzionali' per le Regioni italiane, che vale oltre 43 miliardi. L'impiego dei fondi strutturali va integrato al Pnrr nazionale, osserva Ferreira. Tutto il "grande sforzo finanziario" per il rilancio dell'economia nei territori europei "si basa proprio sulle sinergie tra Piano per la ripresa e fondi di coesione", sottolinea la commissaria portoghese. "È importante - aggiunge - che piano per la ripresa e programmazione per le Regioni siano coerenti e non contradditori riguardo ai segnali che inviano agli investitori". Certo, è essenziale "che le Regioni economicamente più deboli in Italia e in Europa ricevano una spinta da queste risorse, ma serve anche che questi territori facciano uno sforzo" in termini di coerenza e pianificazione della spesa.

Sull'assorbimento dei fondi del periodo finanziario appena trascorso, il 2014-20, "l'Italia ha fatto sostanziali progressi", precisa Ferreira. "Ci sono ancora 10 miliardi di euro da impiegare entro il 2023, ma crediamo che la situazione sia gestibile".

Per la programmazione 2021-27 i negoziati tra Roma e Bruxelles sono invece ancora in corso. Intanto, con il programma straordinario REACT-EU "l'Italia beneficia di circa 13 miliardi totali, di cui 11,3 già quest'anno", spiega Ferreira. "In aprile abbiamo ricevuto la proposta italiana per l'uso del REACT e siamo stati davvero contenti di constatare come il 64% dei fondi fossero destinati alle Regioni meno sviluppate, quelle del Mezzogiorno". Fanno più di 7 miliardi in due anni per il Sud. Ma Ferreira ricorda anche la centralità della riforma della pubblica amministrazione affinchè la gestione delle risorse europee possa avvenire con la dovuta tempestività ed efficacia. Adesso "con i fondi a disposizione, ci sono tutte le condizioni" per centrare l'obiettivo.

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