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Sulle riforme del pnrr sull'inclusione serve partecipazione dei territori

Sulle riforme del pnrr sull'inclusione serve partecipazione dei territori

Webinar Sant'Anna-ANSA su Pnrr e inclusione social

06 ottobre 2022, 17:03

Redazione ANSA

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Webinar Sant 'Anna-ANSA su Pnrr e inclusione sociale - RIPRODUZIONE RISERVATA

BRUXELLES - Nella definizione delle misure attinenti a inclusione e coesione "bisogna sempre tenere presente il necessario coordinamento delle azioni a livello statale e regionale, nel rispetto delle competenze che sono anche definite nella nostra Costituzione e quindi anche valorizzare le sedi di discussione e di confronto che sono presenti a livello nazionale" dove "possono essere ragionate e riflettute queste riforme in programma che è bene che siano scritte in un modo che ne permettano una facile attuazione". Lo ha detto Francesca Biondi docente di Diritto costituzionale Scuola Superiore S. Anna di Pisa della nel corso del webinar 'Pnrr: la politica di coesione alla prova dell'inclusione socialè, organizzato dalla stessa scuola in collaborazione con ANSA.

Secondo David Rinaldi, docente di Governance economica europea all'Université Libre de Bruxelles e direttore di Studi e politiche pubbliche alla Fondazione Feps, "la Commissione poteva essere un pò più forte nel dare 'guidancè all'Italia, così come a tutti gli altri paesi, su tutte le questioni che riguardano l'inclusione" perché "la certezza delle transizioni, digitale e climatica è che avranno degli impatti iniqui sulle Regioni"."I settori in cui si spende - ha spiegato Rinaldi - hanno tutti a che vedere con costruzioni ed energia dove gli uomini sono ampiamente più presenti" e quindi non rispondono a uno degli obiettivi che si prefigge il Pnrr che è quello di favorire l'occupazione femminile, ad esempio.

Il presidente della provincia di Lucca Luca Menesini ha invece sottolineato la presenza di "un conflitto tra i livelli istituzionali di regioni, comuni e provincie soprattutto nella parte di concertazione sia con il governo Conte II, che con li governo Draghi" perché "le Regioni avrebbero voluto che tutte le misure passassero per le Regioni e che i comuni percepissero i fondi tramite le Regioni ma questo è stato fatto solo laddove non si poteva fare altrimenti cioè sulle materie di competenza delle Regioni", sulle altre c'è una gestione statale, centralizzata e se riguarda gli enti locali a bando nazionale", ha concluso. 

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