Il 3 giugno riceverà a Calvi
Risorta (Caserta) il premio Legalità nella decima edizione del
Premio nazionale testimoni di giustizia e impegno civile. Vito
Tocci, carabiniere in pensione ed ex presidente
dell'associazione familiari delle vittime della Banda della Uno
Bianca, si dice "fiero e orgoglioso del riconoscimento".
Tocci rimase gravemente ferito il 30 aprile 1991, mentre era
insieme a due colleghi, in zona Miramare di Rimini da una
pioggia di calibro 12 esplosi dai componenti della banda,
"un'azione che non fu casuale, fu un agguato", dice oggi.
"Riuscimmo a sfuggire alla morte sotto solo perché ci
allontanammo repentinamente, fummo sicuramente più fortunati di
quei tre colleghi uccisi al quartiere Pilastro di Bologna".
"Mi sono battuto e continuerò a farlo per la verità e la
giustizia, non solo in relazione al mio agguato, ma per tutte le
vittime della Uno Bianca come ho sempre fatto quando ero
presidente dell'Associazione". E di recente ha firmato l'esposto
per la riapertura delle indagini, depositato dall'avvocato
Alessandro Gamberini alla Procure di Bologna, Reggio Calabria e
Anti-terrorismo: "Un esposto con il quale abbiamo chiesto
insieme ad altri 14 familiari di far luce sui tanti lati oscuri
della vicenda Uno Bianca". "Sono stato il fondatore
dell'associazione Vittime della Uno Bianca a Rimini, poi cedetti
la gestione a Bologna per estendere al massimo gli aderenti tra
i familiari delle vittime maggiormente presenti in quella città.
no dei punti salienti nello statuto dell'associazione che ho
diretto era e lo è tutt'ora, la ricerca della verità, da
qualunque parte e con qualsiasi mezzo giunga, la verità è
propedeutica alla Legalità, ed anche se a volte è dolorosa e
scomoda per qualcuno, bisogna perseguirla, per rispetto dei
familiari e delle vittime, se allora da presidente
dell'associazione ed oggi come associato, avessi dubbi o
perplessità su questo principio, avrei avuto la correttezza di
farmi da parte", dice Tocci.
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