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Al Geoparco la collezione di minerali di Antonio Manunta

Sardegna

Al Geoparco la collezione di minerali di Antonio Manunta

Dopo ok Mibact in museo 4621 pezzi di storia geologica sarda

IGLESIAS, 11 marzo 2021, 12:58

di Maria Grazia Marilotti

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Al Geoparco la collezione di minerali di Antonio Manunta - RIPRODUZIONE RISERVATA

Al Geoparco la collezione di minerali di Antonio Manunta - RIPRODUZIONE RISERVATA
Al Geoparco la collezione di minerali di Antonio Manunta - RIPRODUZIONE RISERVATA

IGLESIAS - Il Parco Geominerario acquisirà la Collezione mineralogica "Antonio Manunta": si tratta di 4621 campioni di splendidi minerali oggi introvabili, per lo più "pezzi" di storia geologica della Sardegna e della sua passata attività estrattiva. In buona parte provengono dalle aree del Sulcis-Iglesiente, Arburese-Guspinese e del Sarrabus-Gerrei. La delibera è stata firmata dal Consiglio direttivo del Consorzio del Parco guidato da Tarcisio Agus, una volta approvata la relazione tecnico-scientifica.

E' l'ultimo passaggio di un iter tortuoso. "Con questo atto poniamo fine alle polemiche e alle accuse che ci sono state mosse di immobilismo e noncuranza del patrimonio minerario affidato al Parco", afferma Agus nel sottolineare gli intoppi legislativi legati all'acquisizione. "Pur riconoscendo la grande valenza scientifica e storico culturale della collezione, come ente pubblico - precisa - non potevamo acquistare una collezione privata non certificata. Per questo nel 2018 abbiamo chiesto l' intervento del Mibact che nel 2020 ha firmato il decreto di tutela". Da qui il via libera. I pezzi più significativi entreranno a far parte della collezione del museo dell'Istituto minerario di Iglesias. Altri non meno importanti, saranno esposti attraverso mostre allestite nei musei dei territori da cui provengono i minerali.

Un sogno realizzato per Antonio Manunta, il collezionista che da sempre ha espresso la volontà di lasciarla nella sua terra. "Ogni campione estratto dalle profondità delle miniere è un frammento della storia geologica della Sardegna, la più antica d'Italia con i suoi 500 milioni di anni - spiega all'ANSA il geologo Luigi Sanciu, direttore scientifico del Polo museale naturalistico di Masullas e del Museo Parco di Genoni - rappresenta anche un frammento di vita del minatore che lo ha estratto e salvato dalla sicura distruzione nell'avanzamento dei lavori di estrazione dei minerali più utili e ricercati dall'industria. Così oggi - riprende - possiamo ammirare splendidi cristalli ambrati di fosgenite, o trasparenti cristalli di anglesite. Minerali che hanno reso la Sardegna famosa in tutto il mondo per i suoi gioielli del sottosuolo e che negli anni sono entrati nelle vetrine dei più importanti musei mondiali. Per continuare a raccontare la loro storia, fatta di incredibili processi geologici legati a doppio filo con le storie dei minatori che li hanno estratti". 

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