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Paolo Gioli, Antologica/Analogica

Tutta la carriera in 3 eventi, a Lecce, Bisceglie e Pechino

di Marzia Apice LECCE

LECCE - Le trasformazioni del reale attraverso la rielaborazione dei linguaggi e l'approccio artigianale all'arte di un vero archeologo dei media: in un cammino lungo 50 anni, pur nella ricchezza e nell'eterogeneità di una produzione artistica multiforme, non è mai mutata la coerenza stilistica di Paolo Gioli, pittore, fotografo e cineasta protagonista di "Antologica/Analogica. L'opera filmica e fotografica (1969-2019), progetto al via dal 5 marzo, realizzato da Cineclub Canudo grazie al sostegno dell'Italian Council (VIII edizione, 2020) e della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. L'iniziativa, a cura di Bruno Di Marino, con la collaborazione di Rosario Scarpato e la direzione organizzativa di Antonio Musci e Daniela Di Niso, si compone di ben 3 mostre, due in Puglia (a Lecce e a Bisceglie) che apriranno a marzo, una a Pechino, in programma a giugno, volte a documentare la ricerca e la continua sperimentazione di Gioli, nato a Sarzano (Rovigo) nel 1942, attraverso un nutrito corpus di opere provenienti da un fondo che fa capo a Paolo Vampa, suo principale collezionista.
    La prima mostra in apertura è quella allestita al Museo Castromediano di Lecce, dal 5 marzo al 9 maggio, intitolata "Natura Corpo Volto Medium": il percorso presenta cento opere di Gioli, quasi tutte polaroid, in alcuni casi trasferite su carta o seta serigrafica e alcuni film dell'artista. Articolata in 4 sezioni, la mostra si sviluppa in modo non-lineare proprio per potersi adattare meglio alla struttura architettonica del museo leccese concepita da Franco Minissi, con i soggetti scelti da Gioli - i corpi, i busti, i torsi, le nature morte (fiori e foglie), i volti scomposti e ricomposti e le riflessioni sul dispositivo - sempre in relazione creativa con il contesto del Castromediano.
    A Palazzo Tupputi di Bisceglie si apre invece il 6 marzo "Schermi-Schermi", in programma sempre fino al 9 maggio, ideale prosecuzione della mostra di Lecce: per il pubblico una serie di tele realizzate in serigrafia e acrilico dall'artista a metà degli anni '70, ottenute in seguito al trasferimento fotografico o direttamente collegate ad alcuni dei suoi film. In un affascinante dialogo con l'architettura rinascimentale del palazzo e con gli affreschi delle sale del piano nobile, la mostra dà la possibilità di scoprire l'essenza del cinema di Gioli (attraverso alcuni titoli come come Traumatografo o Immagini disturbate da un intenso parassita), ma per il pubblico in entrambe le sedi è prevista anche anche una rassegna pressoché completa dei suoi film, in cui si evidenziano alcuni procedimenti analogici da lui stesso inventati o reinventati: animazione, found-footage, riprese stenopeiche, rielaborazioni da fotografie, stop-motion, uso di mascherini.
    Infine, il progetto dedicato a Gioli approderà in Cina in una versione più ampia, al Three Shadows Photography Art Center di Beijing dal 26 giugno al 29 agosto, uno spazio espositivo di quasi 2000 mq visitato ogni anno da circa mezzo milione di persone. (ANSA).
   

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