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Le opere astratte Carol Bove sfidano facciata Met

Le opere astratte Carol Bove sfidano facciata Met

Seconda commisione museo dopo le "cariatidi" di Wangechi Mutu

NEW YORK, 01 marzo 2021, 19:12

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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(di Alessandra Baldini) Quattro nuove sculture monumentali di Carol Bove occupano le nicchie della facciata Beaux Arts del Metropolitan di New York. "The séances aren't helping", questo il titolo dell'opera, e' la seconda commissione che colma i vuoti della facciata del Met dopo "The New Ones, Will Free Us", quattro eroine di bronzo - in parte regine africane e in parte cyborg - create da Wangechi Mutu, un'artista americana nata in Kenya.
    I quattro pezzi vagamente antropomorfi composti da tubi di acciaio contorti e dischi di alluminio che riflettono come specchi avrebbero dovuto essere installati lo scorso settembre ma il taglio del nastro era stato rinviato a causa della pandemia da Covid. Nata nel 1971 a Ginevra e cresciuta tra la California e New York, la Bove lavora improvvisando a Red Hook, il quartiere di Brooklyn piu' simile a un fronte del porto dove negli ultimi anni si sono trasferiti molti artisti.
    Senza ricorrere a disegni preparatori e maquette, Carole ha usato come punto di riferimento la ricostruzione in scala uno a uno di una nicchia della facciata. "Quando ho cominciato a pensare alla commissione del Met mi e' tornato in mente l'"Angelo della Storia" di Walter Benjamin, che guarda al passato, ma una tempesta proveniente dal Paradiso lo sospinge verso il futuro, e quella tempesta e' il progresso", ha spiegato l'artista che con "The séances aren't helping" ha creato una serie di forme non figurative che evocano stili modernisti come l'Art Deco e l'astrazione, ma pescano anche piu' indietro, al Rinascimento, l'eta' classica e gli antichi egizi - in sintesi tutti i periodi rappresentati da un museo enciclopedico come il Met - ma sono anche in netto contrasto con le statue che l'architetto Richard Morris Hunt aveva immaginato per la facciata ai primi del Novecento e che non non furono mai realizzate.
    Fatte per essere viste da vicino, ma anche a distanza, passando per Fifth Avenue in auto, autobus o in taxi, "queste figure colossali dialogano con l'ambiente che li circonda: fanno da faro per i visitatori e riflettono la luce che cambia durante il giorno", ha osservato il direttore del Met, Max Hollein, presente oggi al taglio del nastro. "Vecchie certezze traballano in questa nuova era e le sculture di Carol Bove affrontano questo tema di petto, rovesciando la tradizione ma difendendo il potere della cultura di mettere in dubbio", ha detto Sheena Wagstaff, la curatrice della sezione arte moderna e contemporanea, secondo cui un museo come il Met, a dispetto della sua storia ultrasecolare (da poco ha festeggiato i primi 150 anni in piena pandemia), "e' un progetto non finito e che cambia continuamente".
   

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