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Guerra ai batteri per difendere Marte

Guerra ai batteri per difendere Marte

Come si lavora sulla Terra per non contaminare il pianeta rosso

TORINO, 15 luglio 2014, 19:37

Redazione ANSA

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Tecnici al lavoro per proteggere Marte dai batteri terrestri (fonte: Thales Alenia Space) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tecnici al lavoro per proteggere Marte dai batteri terrestri (fonte: Thales Alenia Space) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Tecnici al lavoro per proteggere Marte dai batteri terrestri (fonte: Thales Alenia Space) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Non piu' di 300 spore per metro quadrato, per un totale di 400.000: e' questo il limite massimo di batteri terrestri consentito per una missione sul suolo di Marte. E' un limite molto basso, considerando che la densita' media di batteri su una qualsiasi superficie sulla Terra e' di 100.000 spore per metro quadrato, ma e' un limite invalicabile imposto dal rischio di contaminare un altro pianeta, 'inquinandolo' con forme di vita aliene. Sono i limiti che si stanno rispettando per il programma dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), al quale l'Italia partecipa grazie all'Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e con la Thales Alenia Space come primo contraente.

''Si rischierebbe inoltre di compromettere anche le ricerche di un'eventuale vita extraterrestre'', spiega Diana Margheritis, responsabile delle attivita' di Planetary Protection del programma ExoMars per la Thales Alenia Space. A stabilire il limite massimo di spore 'trasportabili' e' il Comitato internazionale per la Ricerca Spaziale (Cospar). Una volta su Marte, comunque, le poche spore arrivate avrebbero vita difficile e non riuscirebbero a germinare, in un ambiente difficile per l'alto livello di radiazione, l'assenza di acqua in superficie e i forti sbalzi di temperatura fra giorno e notte.

Le misure per ridurre al minimo il numero delle spore sono severissime, come e' evidente nella camera super-pulita degli stabilimenti dell'azienda a Torino, l'unica del genere attiva in Europa, dove si lavora al modulo di discesa Edm (Entry Descent and Landing Demonstrator Module) della missione ExoMars. Prima di essere trasferito al suo interno, ogni componente viene sterilizzato in un'autoclave alla temperatura compresa fra 110 e 130 gradi, in un processo che puo' durare da poche ore ad alcune settimane. I tecnici che lavorano nella camera super-pulita, inoltre, devono prepararsi scrupolosamente, indossando sottotute e tute sterili, mascherina, guanti e stivali, quindi passare attraverso un flusso di aria che garantisce un'ulteriore pulizia, e poi evitare ogni possibile fonte di contaminazione muovendosi lentamente, parlando a bassa voce e il meno possibile. Uno starnuto o un colpo di tosse potrebbero diventare un problema.

Batteri e spore sono controllati e contati costantemente da un gruppo di microbiologi, nel laboratorio poco distante dalla camera super-sterile. Si sta anche progettando una tenda-laboratorio super-sterile da trasportare nella base russa di Baikonur, nel Kazakhstan, dove ne gennaio 2016 e' previsto il lancio della prima fase della missione ExoMars.

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