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Carica virale simile in Omicron e Delta, rischi dall'isolamento breve

Carica virale simile in Omicron e Delta, rischi dall'isolamento breve

Studi, un positivo su due ancora contagioso a 5 giorni

25 gennaio 2022, 10:51

Redazione ANSA

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Omicron è più trasmissibile di Delta anche se ha una carica virale simile (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Omicron è più trasmissibile di Delta anche se ha una carica virale simile (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA
Omicron è più trasmissibile di Delta anche se ha una carica virale simile (fonte: Pixabay) - RIPRODUZIONE RISERVATA

 La variante Omicron risulta più trasmissibile della Delta sebbene determini una carica virale simile e talvolta addirittura inferiore: inoltre, a 5 giorni dal primo tampone, il 50% dei positivi potrebbe essere ancora contagioso, rendendo di fatto pericoloso l'isolamento breve adottato da Paesi come gli Stati Uniti. Lo indica uno studio condotto dalla Harvard T. H. Chan School of Public Health in Boston sui tamponi molecolari eseguiti dall'Associazione nazionale di basket degli Stati Uniti, l'Nba. I risultati sono disponibili su medRxiv, una piattaforma dove vengono condivisi studi scientifici non ancora revisionati per la pubblicazione su riviste ufficiali.

I ricercatori coordinati da Yonatan Grad hanno esaminato oltre 10.000 tamponi eseguiti su giocatori e dipendenti dell'Nba tra luglio 2021 e gennaio 2022. In totale sono emersi 97 casi di infezione da variante Omicron e 107 da Delta. Il primo risultato sorprendente è che i contagiati da Delta hanno una carica virale che raggiunge vette più alte rispetto a quelle rilevate nei casi di Omicron: dunque l'elevata trasmissibilità della nuova variante non sarebbe legata a una maggiore carica virale, bensì alla capacità del virus di eludere le difese immunitarie.

Una conferma arriverebbe anche da un secondo studio, condiviso su medRxiv dal gruppo di Benjamin Meyer all'Università di Ginevra: in questo caso i ricercatori non hanno quantificato solo la presenza di Rna virale nei tamponi di quasi 150 persone, ma anche il numero di particelle virali infettive, scoprendo di fatto che non ci sono sostanziali differenze di carica virale tra i vaccinati infettati da Delta e quelli colpiti da Omicron.

I risultati dei due studi potrebbero avere importanti implicazioni per le politiche di salute pubblica e in particolare per la durata dell'isolamento dei positivi. Il team di Meyer ha scoperto che la metà dei tamponi eseguiti nei vaccinati colpiti da Delta a 5 giorni dalla diagnosi conteneva ancora particelle virali infettive, mentre il gruppo di Grad ha osservato che a 5 giorni dalla diagnosi di infezione da Omicron, circa la metà delle persone mantiene una carica virale abbastanza alta da poter risultare ancora contagioso.

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