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No piscina né doccia con lenti indosso,regole proteggi-occhi

Vademecum per evitare parassita che causa pericolose infezioni

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Può capitare a chiunque di andare incontro alla cheratite da Acanthamoeba. Ma le persone maggiormente a rischio sono coloro che indossano le lenti a contatto, specialmente nel momento in cui queste non vengono maneggiate con le dovute regole di igiene. Di qui, i consigli da seguire per chi le utilizza, in primis quello di non far venire a contatto le lenti con l'acqua. E' qui infatti che prolifera l'Acanthamoeba, un microrganismo infettante sconosciuto ai più, che colpisce circa un utilizzatore di lenti a contatto su 21.000.

"La scarsa igiene nella pulizia delle lenti a contatto, compresa la mancata o non corretta sterilizzazione delle lenti hanno dimostrato di esser collegate a un aumento del rischio di infezione. Per questo è importante ribadire che non bisogna fare il bagno in piscina con le lenti a contatto e neppure utilizzarle quando si fa la doccia: un consiglio molto spesso disatteso", spiega Jelle Kleijn, Global Head of Acanthamoeba Keratitis di SIFI farmaceutica leader nell'oftalmologia, con sede a Catania.

Il maggiore fattore di rischio è, infatti, l'esposizione all'acqua, inclusa quella della rete idrica. Non vanno conservate, pertanto, le lenti in acqua di rubinetto, qualora sia finita la soluzione salina. Così come non vanno manipolate le lenti con le mani bagnate o non lavate: vanno sempre lavate e asciugate prima dell’utilizzo. "La cheratite da Acanthamoeba, in larga parte può essere prevenuta, ma serve molta informazione tra i cittadini e molta sensibilizzazione tra i medici di famiglia, gli oculisti e gli optometristi, che sono spesso ignari dell'esistenza di questa malattia. Proprio loro infatti, che in caso di una sospetta infezione della cornea - conclude l'esperto - dovrebbero inviare, quanto prima, il paziente da uno specialista della cornea per una diagnosi appropriata".

In collaborazione con:
Sifi

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