Il lasso di tempo ottimale per la
donazione di plasma convalescente da utilizzare
nell'immunoterapia Covid-19, è entro 60 giorni dalla comparsa
dei sintomi. E il donatore ideale è un paziente guarito che ha
più di 30 anni e la cui malattia era grave. A fare il punto è
uno studio della Pennsylvania State University, pubblicato su
Communications Biology. "Milioni di persone in tutto il mondo -
evidenzia Vivek Kapur, tra gli autori della ricerca - sono
guarite dal coronavirus e potrebbero essere idonee a partecipare
a programmi di donazioni di plasma convalescente. I nostri
risultati consentono l'identificazione dei donatori più
promettenti e suggeriscono che dovrebbero donare rapidamente
prima che gli anticorpi inizino a diminuire".
Per indagare sulla durata della risposta immunitaria a
SARS-CoV-2, il team ha esaminato i titoli degli anticorpi IgM,
IgG e neutralizzanti il ;;virus (VN) in 175 donatori di plasma
convalescente per 142 giorni dopo l'inizio dei sintomi."Le IgM
sono il primo gruppo di anticorpi a comparire in caso di
infezione", ha spiegato Sreenidhi Srinivasan, altro autore dello
studio-dopo circa due settimane, il corpo passa alla produzione
di anticorpi IgG, che sono più resistenti e duraturi". Per gli
studiosi gli anticorpi VN sono quelli IgM e IgG che si legano
direttamente ai virus e impediscono loro di infiltrarsi nelle
cellule, e sono "di gran lunga, la migliore metrica possibile
per la scelta di potenziali donatori perché forniscono
l'immunità più protettiva". Sfortunatamente, risultano difficili
da rilevare con gli attuali test anticorpali. Dallo studio è
emerso che gli anticorpi IgM e IgG robusti persistevano nei
partecipanti per almeno 140 giorni dopo la comparsa dei sintomi
COVID-19; tuttavia, quelli VN sono diminuiti rapidamente dopo 60
giorni al di sotto del livello raccomandato dalla Fda, Food and
Drig Administration, per la donazione. "La nostra scoperta che
una forte risposta immunitaria persiste per 140 giorni dopo
l'insorgenza dei sintomi nella maggior parte dei pazienti Covid-
aggiunge Suresh Kuchipudi, altro autore della ricerca - è
stata inaspettata ed è contraria alle affermazioni su immunità
di breve durata e potenziale reinfezione di alcuni pazienti".
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