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Ania: costo Rc auto cala ma rischi impatto da inflazione

Ania

Ania: costo Rc auto cala ma rischi impatto da inflazione

Necessarie riforme organiche per sistema sostenibile

ROMA, 05 luglio 2022, 11:10

Redazione ANSA

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Pandemia e guerra hanno proiettato anche l'Italia in una "zona grigia di incertezza" e il mondo delle assicurazioni è pronto a fare la propria parte assicurando un contributo al Paese, ma lo spettro dell'inflazione rischia comunque di avere un impatto pesante, in particolare per gli effetti che si prospettano sui costi dell'Rc auto. Dopo anni in cui gli automobilisti hanno visto progressivamente ridursi i premi per assicurare auto e moto, infatti, il carovita avrà un impatto sul costo delle polizze. A pochi giorni dall'avvertimento lanciato dall'Ivass, oggi è toccato all'Ania, l'associazione delle imprese del settore, tramite la sua presidente Maria Biana Farina, ribadire alcuni dei rischi che si prospettano anche dal punto di vista delle assicurazioni nel nuovo scenario economico. Un appuntamento, quello dell'assemblea annuale, in cui Farina ha ribadito l'importanza delle riforme e del Pnrr e gli obiettivi delle compagnie per sostenere cittadini e imprese, ha avanzato richieste ai legislatori e, all'indomani della tragedia della Marmolada, ha colto l'occasione per lanciare un appello sul tema delle calamità naturali. "E' evidente che occorre dotare l'Italia di un sistema misto di gestione dei rischi catastrofali, in analogia con quanto si riscontra all'estero, in modo da accrescere la resilienza di cittadini e imprese di fronte a eventi avversi in fortissimo aumento". Farina ha ricordato che nei primi mesi del 2022 per l'Rc auto, malgrado il balzo dell'inflazione, si registrano "prezzi in ulteriore, significativa diminuzione", tuttavia "dobbiamo però essere consapevoli che stiamo entrando in una nuova fase. L'inflazione è destinata ad avere un impatto sul costo dei sinistri, già in crescita nel 2021, e si rendono perciò ancor più necessarie riforme organiche del sistema che lo rendano sostenibile nel medio-lungo termine" avverte. A tal proposito Farina cita la revisione del bonus-malus, la modifica dell'imposizione fiscale sui premi, e la definizione univoca del risarcimento danni per lesioni gravi alle persone. E proprio sul nodo del bonus-malus si è soffermato anche il presidente dell'Ivass Luigi Federico Signorini che nel suo intervento di oggi ha spiegato come si tratti di un sistema che "dopo quasi trent'anni di funzionamento, presenta evidenti segni di usura" e "una riforma è ormai urgente". Per i premi Rc auto, dopo quasi un decennio di continua e costante riduzione del gap con l'estero, Farina ha detto che "si è ridotto drasticamente il divario dei prezzi rispetto alla media europea, da 213 euro del periodo 2008-2012 a 47 euro nel 2021, nonché tra le diverse aree del territorio nazionale". I dati Ania specificano inoltre che con circa 40 milioni di veicoli coperti da polizza obbligatoria le imprese di assicurazioni gestiscono in Italia circa 2 milioni di incidenti l'anno, che sono comunque diminuiti negli ultimi anni come conseguenza soprattutto del minor traffico dovuto agli effetti della pandemia e all'aumento dei prezzi dei carburanti. Ma il beneficio legato a una minore incidentalità verrà però compensato da un aumento considerevole dei risarcimenti medi, avviatosi dal 2020 e che continuerà anche nell'anno in corso. Le negative conseguenze economiche della guerra, si sottolinea ancora nel rapporto Ania, contribuirebbero infatti a una forte crescita dell'inflazione e ciò spiegherebbe l'incremento che si registrerà nel 2022. L'aumento delle singole voci dei costi medi degli indennizzi porterà il volume complessivo del costo dei risarcimenti quasi ad allinearsi al valore che si registrava nel triennio 2017-2019: nel 2022 si prevede infatti un costo totale di 10,1 miliardi, di poco inferiore ai 10,7 miliardi che si registravano nel triennio precedente la pandemia. Per quello che riguarda i premi, l'Ania ha sottolineato che nel 2021 quelli complessivi Vita e Danni hanno raggiunto 140 miliardi di euro (+3,8%), tornando così al livello del 2019. E gli investimenti delle compagnie hanno sfiorato i 1.050 miliardi di euro, pari a circa il 60% del Pil.

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