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Fialdini, la Fame d'amore divora i nostri ragazzi

Fialdini, la Fame d'amore divora i nostri ragazzi

Disturbi del comportamento alimentare e gli altri disagi di una generazione in crisi

ROMA, 04 aprile 2022, 20:17

di Daniela Giammusso

ANSACheck

Una giovane sofferente di anoressia foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

Una giovane sofferente di anoressia foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA
Una giovane sofferente di anoressia foto iStock. - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Uno dei disagi giovanili più diffusi e meno raccontati". Ma anche "il grande vuoto che ti fa accanire sull'annientamento del tuo corpo". Un grido agli altri: "vi dimostro che sto male e faccio sul serio". "Questa è la Fame d'amore", racconta Francesca Fialdini che su su Rai3, in seconda serata il lunedì torna per la terza stagione di Fame d'amore, la pluripremiata docuserie firmata da Andrea Casadio con Mariano Cirino e Stefania Colletta e targata Ballandi, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare.
I numeri sono impressionanti: solo in Italia ne sono colpiti tre milioni di ragazzi con tremila vittime ogni anno, dieci al giorno. L'età media dell'insorgenza è tra i 15 e i 19 anni e 9 volte su 10 ad ammalarsi è una ragazza. Ma, e mai dimenticarlo, 8 volte su 10 si guarisce.
    "Pandemia e isolamento sociale hanno aggravato la situazione", racconta all'ANSA la Fialdini, che l'8 aprile sarà anche al fianco di Francesco Gabbani nello show 'green' Ci vuole un fiore su Rai1. "Stiamo assistendo - dice - a un aumento dei casi del 30%. Spesso i problemi sono sorti al momento di dover tornare in società. E poi ci sono sempre più comorbosità, per cui non si parla solo di disturbi alimentari, ma anche di depressione e autolesionismo, con una componente narcisistica sempre più spiccata. Proprio due settimane fa mi ha cercato una mamma: aveva trovato in bella vista il diario in cui la figlia raccontava come ogni sera si chiudesse in camera e si tagliasse". Ed è proprio sulla famiglia che allarga lo sguardo questa terza stagione di Fame d'amore. "Quando i nostri figli si ammalano di anoressia, di bulimia o di obesità - spiega - in realtà è tutta la famiglia che si ammala". Dalla comunità di Piancavallo, struttura a quasi duemila metri sopra il Lago Maggiore, la Fialdini si immerge così nel racconto delle storie dei ragazzi che lottano per uscire dal "tunnel", ma anche delle loro madri, padri, compagni e dell'equipe dei terapeuti.
    "In Italia passi avanti ne abbiamo fatti - prosegue - A gennaio i disturbi del comportamento alimentare sono stati inseriti tra i Livelli essenziali di assistenza, che vuol dire fondi a disposizione e più possibilità di cura. Troppo spesso, però, si continua a mettere in fila cibo, corpo e immagine. Ma queste ragazze non smettono di mangiare per diventare modelle. E' il loro modo di chiedere aiuto. O di nascondersi, al contrario, dietro una corazza di grasso. Ci si ammala proprio perché si ha bisogno dell'amore degli altri".
    "In questa edizione - prosegue - abbiamo alzato un po' l'asticella del racconto. Siamo convinti che il pubblico sia pronto e affrontiamo storie ancora più dure". Come il tema della maternità. "Molte di queste ragazze - spiega - sognano di prendersi cura di un bimbo, forse anche per sopperire alle mancanze che sentono da figlie. O per diventare grandi prima, come se bruciando le tappe si sentissero in grado di affrontare la vita".
    Nella prima delle quattro puntate, si parte proprio con Hanen, giovane madre tunisina che soffre di disturbi alimentari. Poi ecco Anna Chiara, una ragazza di Napoli vittima di bullismo, che sfoga tutto il suo malessere nel cibo e che per questo è diventata obesa. E dalle passate edizioni si ritroverà Alberto che, tra cadute e risalite, lotta ancora per stare bene.
    "Dopo tre edizioni - conclude la Fialdini - abbiamo finalmente sdoganato ogni tipo di tabù intorno alle problematiche dei nostri giovani. Ora penso dovremmo indagare tutte le conseguenze di questi ultimi due anni, dall'ansia di tornare a scuola al timore del rapporto con 'l'altro', la paura di affrontare la vita 'normale'. Ma anche il fatto che i ragazzi non abbiano più desideri e non sappiano rispondere neanche a una domanda come: 'cosa vuoi fare da grande?'". 
   

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