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Società & Diritti

Tutti al mare e i disabili? Quattro gioielli italiani ma l'accessibilità è un miraggio ancora /ASCOLTA IL PODCAST

Poche carrozzine speciali e lettini per tetraplegici. La storia della Terrazza a San Foca

La Terrazza Tutti al mare a San Foca ( Lecce) realizzata dall'associazione Io Posso © ANSA
  • testo e foto di Alessandra Magliaro
  • 08 luglio 2022
  • 17:21

'Tutti al mare Tutti al mare' : la canzone di Gabriella Ferri degli anni '70, diventata un inno vacanziero democratico che fa pensare subito a spiagge affollate, caldo, frittata di maccheroni e cocomero e anche per aggiornarci alla domenica a Cocciadimorto come nella commedia con Antonio Albanese e Paola Cortellesi, è un classico vintage della colonna sonora dell'estate - in un juke box che riporta indietro di decenni, anzi al secolo scorso insieme a Un'estate al mare di Giuni Russo, Sapore di sale di Gino Paoli, Una rotonda sul mare di Fred Bongusto e retrò cantando. Ma tutti è davvero tutti? ASCOLTA IL PODCAST Ascolta "La tendenza della settimana: Tutti al mare e i disabili? Solo 4 gioielli in Italia, accessibilità ancora un miraggio, di Alessandra Magliaro" su Spreaker.

La Terrazza Tutti al mare a San Foca ( Lecce) realizzata dall'associazione Io Posso

Se sono in sedia a rotelle, giovane o anziano, negli anni qualcosa è cambiato: i lidi in tutta Italia cominciano ad avere, non tutti non illudiamoci, l'accessibilità con le discese a mare, alcune volte fanno trovare le carrozzine con le ruote alte di gomma gialla. Si chiamano Job e permettono di essere condotti sul bagnasciuga, dove Job non significa “lavoro” in inglese ma un napoletanissimo “Jamme O Bagne” (andiamo a tuffarci) perché napoletana è l’azienda che l’ha creata qualche anno fa, la Neatech, rispondendo alle difficoltà dei diversamente abili a bagnarsi in mare in autonomia. Con le Job non ci si affonda nella sabbia e si riesce ad arrivare in acqua. Un bel traguardo.
Ma quante sono? Ancora pochissime nonostante alcune ordinanze stabiliscano che i concessionari di spiagge abbiano l'obbligo di mettere a disposizione dei diversamente abili gli appositi ausili speciali ossia sedie per il trasporto adatte al mare, almeno uno, salvi i casi in cui la morfologia della costa non lo consenta.
Quante carrozzine da spiaggia abbiamo mai visto nei nostri lidi? Davvero poche.
Eppure anche se diversamente abili e persino a maggior ragione, le persone malate e con handicap quanta voglia avrebbero di mare, di scendere in spiaggia e fare il bagno? Quel tutti al mare è un diritto inevaso. Proviamo a pensarci dalla nostra normale abilità quanta sofferenza avremmo se dovessimo privarci di andare al mare.
Parliamo tanto di turismo accessibile e inclusivo ma siamo ancora davvero all'inizio di un percorso. Questo poi se siamo disabili non gravi. E se avessimo una malattia più condizionante? Se fossimo tetraplegici o malati di sclerosi laterale amiotrofica ad esempio. Come potremmo andare al mare?
In Italia esistono, nell'estate del 2022, solo 4 posti dove malati di questa gravità hanno accesso al mare.
C'è un lido bellissimo pieno di discese a mare, lettini, ombrellone, bagni enormi e pulitissimi dove la persona per nulla autosufficiente e spesso collegata a qualche macchinario viene accudita dopo un bagno nell'acqua cristallina: è a San Foca (Lecce) nel Salento a nord di Otranto, poi docciata, rinfrescata e risistemata. Proprio come una persona comune e abile, cioè quel minimo sindacale che applicato ad un giovane tetraplegico un magnifico miraggio. In effetti l'attrazione avuta per questo spazio di spiaggia è stata proprio per il comfort, la bellezza di questo lido, un'attrazione da strabuzzare gli occhi, appunto come per un miraggio.
Come è possibile? Non bisogna rassegnarsi, se vogliamo chiamarci civili.
Damiano uno dei quattro coordinatori della 'Terrazza Tutti al mare - liberi di essere felici' prima di raccontare la storia di questo era impegnato al telefono a ricevere prenotazioni da tutta Italia e perfino dall'estero, persone che durante l'estate arriveranno in zona proprio per quello che offre questo stabilimento gestito dall'associazione.
"E' tutto completamente gratuito - sottolinea Damiano all'ANSA - e noi siamo tutti volontari". Questo avamposto di civiltà è nato da un caso doloroso, una storia di sla  e di amore verso il mare. Gaetano Fuso, un giovane salentino, amante del mare, poliziotto di professione e di stanza a Roma, è stato colpito a 37 anni dalla Sla. Con determinazione vedendo le sue condizioni neurodegenerative e invalidanti peggiorare ha riunito un gruppo di amici e li ha impegnati a realizzare il sogno: immergersi ancora in mare nonostante la dipendenza da dispositivi medici salvavita.
E' nata così l'associazione Io Posso che ha portato nelle acque di San Foca persone tracheostomizzate e non solo fare il bagno al mare in piena sicurezza. "E' la nostra ottava stagione balneare - prosegue con orgoglio Damiano - Gaetano è morto ma il suo sogno si è avverato: un accesso al mare libero e attrezzato per l'uso di persone affette da disabilità anche molto gravi. Qui c'è personale specializzato, box infermieristico, postazioni super accessibili, gazebo dotato di colonnine per l'energia elettrica per  i macchinari. Ad aiutare i volontari ci sono a rotazione poliziotti delle fiamme gialle, in onore del loro ex collega. C'è il supporto della Asl di Lecce, della città di Melendugno e dell'associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica".
Oltre alla Job  ci sono altri ausili speciali  come la Sofao un lettino per tetraplegici che dalla spiaggia va in acqua e consente il bagno al mare per le persone costrette a vivere a letto, insieme al lettino scende in acqua anche un piccolo canotto dove vengono posizionati i macchinati e i tubi per chi deve restare attaccato per respirare. Si possono fare donazioni, bomboniere solidali, 5 per mille e altre modalità di sostegno.
Quanti posti ci sono così in Italia? "A Sant'Antioco in Sardegna con l'associazione Le Rondini, a Punta Marina a Ravenna con l'associazione Insieme a te e da questa estate anche a Gallipoli in Salento presso l'ecoresort Le Sirenè che ci ha messo a disposizione uno spazio per duplicare l'esperienza di San Foca". Quattro lidi in tutta Italia per disabili gravi, questo il totale ad oggi. Si rischia un ghetto? "Purtroppo, ci risponde Damiano, non lo vogliamo noi, nello stabilimento accanto villeggianti hanno persino chiesto di coprire in qualche modo lo spazio per non vedere i malati".

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