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Timberland porta una 'Foresta galleggiante' alla Design week

Timberland porta una 'Foresta galleggiante' alla Design week

In Darsena istallazione ideata da Boeri per una città più verde

MILANO, 07 giugno 2022, 10:10

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Una foresta multisensoriale galleggiante, affiorante dall'acqua della Darsena di Milano, è l'installazione realizzata da Timberland in occasione della Design week 2022 e progettata dallo studio dell'architetto Stefano Boeri. Si tratta di un ecosistema indipendente che contribuisce a contrastare gli effetti del cambiamento climatico e a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Nella foresta abitano 610 alberi e più di 30 specie che moltiplicano la biodiversità, in connessione con gli altri spazi verdi della città. Tutti i sensi sono coinvolti: l'attrazione offre una completa immersione nel verde attraverso quattro tappe 'sensoriali' per interagire con le ultime novità in termini di prodotti eco-innovativi, tra il profumo dei fiori e la qualità tattile delle specie selezionate, con il supporto di esperienze digitali. "Questo esperimento è la dimostrazione che anche su un corso d'acqua, un canale navigabile come nel caso del Naviglio, è possibile creare degli spazi verdi" spiega l'architetto e urbanista Stefano Boeri. L'installazione rappresenta "un pezzo della composizione del verde urbano, che è una delle grandi sfide dei prossimi anni: abbiamo bisogno di verde per produrre ossigeno e assorbire Co2, per pulire l'aria dall'inquinamento, ma soprattutto per ridurre il calore, per cui gli alberi sono lo strumento più efficace". La 'Floating forest' vuole equipaggiare e ispirare i giovani, cittadini del futuro, accorciando la distanza con la natura, in un'ottica più verde, equa e circolare, in linea con la visione del brand. Lungo il percorso il pubblico viene guidato attraverso i vari impegni di Timberland verso la circolarità, come il programma 'Timberloop Take Back', che incoraggia i consumatori a restituire i prodotti perché vengano riutilizzati, o la tecnologia 'GreenStride', che sfrutta suole composte per il 75% da canna da zucchero proveniente da fonti rinnovabili e gomma ricavata dagli alberi. Al termine del viaggio, ogni visitatore potrà lasciare il proprio 'impatto positivo', attraverso contenuti da condividere sui social. Per chi non può partecipare al Fuorisalone l'esperienza è garantita anche online. Molteplici sono gli effetti positivi sul contesto urbano: una migliore salubrità dell'ambiente, un'implementazione della biodiversità e la sua valorizzazione come eredità per le generazioni future.
    La collaborazione tra Timberland e lo studio Stefano Boeri Interiors è nata "spontaneamente", come racconta il vicepresidente Marketing di Timberland Emea, Giorgio D'Aprile: "Ci sono valori che ci accomunano, come la passione per la sostenibilità urbana, per recuperare gli spazi verdi delle città e soprattutto l'entusiasmo di coinvolgere le comunità locali".
    La Design week, spiega, "è un momento in cui, con questa installazione, possiamo comunicare questi valori, fermo restando l'impegno, al di là della settimana del Fuorisalone, a recuperare gli spazi delle grandi città come Milano, Parigi, Berlino e Londra: questo è un momento di attenzione da parte del grande pubblico ma è importante anche durante l'anno proseguire con questi progetti". I materiali che compongono l'installazione sono assemblati 'a secco', una tecnica che permette una grande flessibilità di assemblaggio e riassemblaggio nonché il riutilizzo dei singoli elementi una volta dismessa l'opera. Non solo: il progetto si propone anche come eredità per la città, a sostegno di una comunità locale. Tutti gli alberi che compongono la foresta saranno successivamente donati a Soulfood Forestfarms Hub Italia, organizzazione no-profit che facilita la transizione ecologica dei territori assieme a comunità locali, istituzioni e imprese.
    L'associazione, insieme a CasciNet Agrohub e all'Università degli Studi di Milano, sta realizzando un progetto di rigenerazione del parco della Vettabbia per trasformare i terreni in disuso in un sistema agroforestale produttivo stratificato, gestito secondo principi agroecologici.
   

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