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Profumi, i 10 luoghi comuni sbagliati

Profumi, i 10 luoghi comuni sbagliati

Da ‘i campioncini sono diversi’ a ‘sono tutti chimici’ o ‘sulla pelle cambiano’. Come scegliere le fragranze

12 maggio 2022, 19:46

di Agnese Ferrara

ANSACheck

Il grande Libro dei Profumi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il grande Libro dei Profumi - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il grande Libro dei Profumi - RIPRODUZIONE RISERVATA

Via le mascherine, abbiamo ricominciato ad annusare buoni e cattivi odori e a riconoscere le scie odorose di chi ha ricominciato a profumarsi. La vendita dei profumi si sta riprendendo e le profumerie sono di nuovo attraversate da odori spruzzati qua e là che le rendono luoghi invasi da fragranze una sull’altra, nonostante i potenti impianti di ventilazione. Scegliere il prodotto giusto mica è semplice, soprattutto se si considerano le indicazioni che qualcuno ci fornisce e le convinzioni generali che esistono sul mondo delle fragranze, spesso sbagliate. Si dice, ad esempio, che le essenze naturali siano le migliori, che per non sbagliare in profumeria sarebbe bene annusare chicchi di caffè che ‘ripuliscono’ l’olfatto tra una annusata e l’altra di mouillette e che poi tanto l’aroma cambia di ora in ora e di pelle in pelle. Poi che l’eau de parfum è meglio dell’eau de toilette, oppure che le fragranze si possono benissimo fare in casa. E così via. Tante indicazioni che tutti noi, prima o poi, abbiamo considerato ma che ora Jeanne Doré, scrittrice parigina co-fondatrice di Nez, elegante magazine interamente dedicato alla cultura dell'olfatto, definisce ‘stupidaggini’ invitandoci a rilassarci e a varcare la soglia delle profumerie con più fiducia e con qualche precauzione e istruzione utile in tasca nel nuovo volume ‘Il Grande Libro dei Profumi’ (Gribaudo editore). Con prefazioni di Jean-Claude Ellena, profumiere, e Ambra Martone, Presidente Accademia del Profumo, il libro racconta, in modo accessibile ma sempre esauriente, tutto ciò che riguarda la cultura dell’olfatto. L’approccio è quello voluto dal collettivo Nez, vera e propria autorità in materia a livello mondiale, che propone un volume ricchissimo non solo di contenuti ma anche di illustrazioni, create da Jeremy Perrodeau, guidato da Jeanne Doré e con gli autori del collettivo Nez: Denyse Beaulieu, Béatrice Boisserie, Éléonore de Bonneval, Sarah Bouasse, Eugénie Briot, Yohan Cervi, Olivier R.P. David, Aurélie Dematons, Juliette Faliu, Hirac Gurden, Patrice Revillard, Delphine de Swardt e Alexis Toublanc. 
Ecco 10 luoghi comuni sbagliati sul mondo dei profumi

1.       I profumi si provano sulle cartine/mouillette
Le profumerie spesso invadono il naso di odori appena se ne varca la soglia e questi aromi contaminano tutto l’ambiente, perfino le mouillette che in teoria si dovrebbero usare per annusare le fragranze. Come fare? “In questa situazione di odori sovrapposti, la miglior cosa è spruzzare l’essenza sulla propria pelle o su un lembo di un tessuto, oppure chiedere un campione, - spiega Dorè. – Il campioncino permette di provarlo in un momento più favorevole, quando il naso non sarà più saturo di odori del negozio. Testatelo la mattina, col naso riposato e non fatevi influenzare troppo dalle mode e dai brand del momento”.
2.       L’eau de parfum è meglio dell’eau de toilette
Non necessariamente. Non è indice di qualità. In via generale un’eau de toilette è meno concentrata di un’eau de parfum della stessa marca perché nella prima versione la quantità di concentrato diluito in alcol è inferiore ma le formule possono essere diverse ed è sempre  solo una questione di gusti olfattivi, non di tipo di prodotto. Meglio provarle entrambe sulla pelle per sapere quale soddisfa meglio le proprie aspettative.
3.       I profumi si possono fare in casa
In internet i video-tutorial per fare i profumi da sé impazzano e realizzarli miscelando oli essenziali in alcol o partendo da decotti di piante in svariati soluzioni è possibile e divertente. Ma creare un profumo è diverso. La profumeria, infatti, è soggetta a rigorose legislazioni per i suoi componenti. Preparare un profumo da sé senza conoscere tali limitazioni espone, ad esempio, al potere irritante o foto sensibilizzante degli oli essenziali. Per non dire della resa olfattiva. “Nel migliore dei casi somiglierà a una semplice miscela di odori, sicuramente gradevole, ma diversi da una fragranza che è frutto di un preciso equilibrio dato dall’esperienza di nasi e tecnica” precisa l'esperta.
4.       I profumi non durano sulla pelle
La persistenza del profumo dipende da due elementi: la concentrazione e la composizione.  Non chiedete alle acque di colonia di durare l’intera giornata né alle nuances più delicate e fresche di essere  persistenti.  La persistenza ha raggiunto il massimo negli ultimi anni perché sono state prevalenti le note potenti ma anche in questo caso subentra un naturale fenomeno del naso, l’assuefazione. Anche il nostro cervello si abitua a quel profumo che si usa frequentemente, tanto da non sentirlo più. Meglio quindi cambiarlo spesso e godersi le fragranze senza pretendere  sempre l’effetto long lasting.
5.       I campioncini sono diversi dal profumo originale
Perché dovrebbero? Farli diversi costerebbe molto di più alle aziende produttrici. Flaconi e tester sono identici. Certo, se il prodotto prova è già consumato potrebbe essere più soggetto ad ossidazione, soprattutto se non ermetico o se il campioncino è di plastica. Luce, sole e calore delle lampade o dei riscaldamenti dei negozi possono incidere infine sulle nuances degradandole.
6.       I profumi sono chimici e fanno male
Un estratto naturale è un cocktail di parecchie centinaia di molecole diverse. Alcune sono corrosive, altre foto-sensibilizzanti o irritanti e allergizzanti, altre molecole utilizzate dai profumieri, dette “artificiali”, non si trovano invece in natura. Totalmente inventate dall’uomo, vengono analizzate e testate a lungo prima di poter essere lanciate sul mercato, allo scopo di garantirne la totale innocuità, e vietate al minimo sospetto di rischio sanitario o ambientale. “Numerosi organismi europei e internazionali impongono norme e direttive per vigilare sulla sicurezza dei profumi sul mercato. Naturale o sintetica, comunque non è l’origine di una materia prima a determinarne la qualità o la pericolosità” afferma Jeanne Doré.
7.       I profumi cambiano aroma sulla pelle
La pelle è un ambiente ostile per i profumi. Umidità, acidità o temperatura variano in base all’epidermide. Ma lo sviluppo di un profumo comporta numerose fasi di bilanciamento e numerosi test sulla pelle, per far sì che la composizione restituisca un odore fedele alla formula anche quando viene indossata. È poco probabile quindi che «il profumo cambi», come spesso si sente dire. Tuttavia, certe essenze possono essere più sensibili di altre alle variazioni cutanee, soprattutto le naturali come agrumi, piante aromatiche e fiori. Le fragranze orientali o boisé, caratterizzate da componenti molto più stabili, ne risentono meno.
8.       Annusare i chicchi di caffè resetta il naso
Non si possono sentire più di tre profumi alla volta, altrimenti l’olfatto si satura. Questo il luogo comune tra i più frequenti. Perciò si dice di annusare dei chicchi di caffè per purificare il naso. In realtà tale efficacia non è stata dimostrata, casomai il caffè consente di concentrare l’attenzione su un odore semplice e conosciuto e interrompere il legame con le tre mouillette appena annusate. Il caffè insomma inganna l’olfatto e potrebbe essere sostituito da qualsiasi altra cosa dotata di un odore semplice. “Ci sono metodi più semplici sono, che spesso sono i migliori, - conclude Dorè. Niente di meglio dell’aria aperta, o del vostro odore respirato nella piega del gomito, per ripartire da zero. Provare per credere”.
9. i profumi più famosi sono i migliori
‘Se vendono, saranno i migliori’ è un pensiero comune quando, ad esempio, dobbiamo fare un regalo.  Tra i best sellers si nasconde qualche ottimo classico ma la notorietà dipende soprattutto da una comunicazione più intensa dei brand.
10.   Il profumo scade dopo 36 mesi
Lo leggiamo sulle confezioni ma non è detto che al trentaseiesimo mese la fragranza che ci piace debba essere gettata nei rifiuti. In Francia, ad esempio, tale indicazione non c’è. L’indicazione è invece legata a questioni giuridico-legali per il settore, per tutelarsi in caso di alterazione e dunque di reclamo. Se ben conservati si possono usare, tenendo conto che i peggiori nemici del profumo sono il calore, la luce, l’umidità e l’aria. Conclude Jeanne Doré: “Il modo migliore per conservare un flacone di profumo è lasciarlo nella sua scatola, in un armadio chiuso, a una temperatura fresca e costante. Per i puristi, gli ansiosi o gli appassionati della conservazione, la cantinetta per il vino o lo scomparto per le verdure del frigorifero sono la soluzione migliore”. 

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