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Su Csm si apre confronto. Cartabia, urgente riforma

Su Csm si apre confronto. Cartabia, urgente riforma

Critiche su proposte su sistema elettorale e toghe in politica

ROMA, 06 giugno 2021, 19:04

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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La riforma del Csm e dell'ordinamento giudiziario sono gli interventi "più urgenti" e "improcrastinabili". Perchè qualcosa si è "guastato nel rapporto tra magistratura e popolo". I recenti fatti di cronaca che hanno riguardato la magistratura, ma anche gli "insostenibili tempi lunghi" della giustizia, hanno fatto venir meno la fiducia dei cittadini. Quel rapporto va ricucito e occorre intervenire per restituire "credibilità" alle toghe, che non solo devono essere indipendenti e imparziali ma anche "efficienti". Alla riunione con i capigruppo in Commissione Giustizia alla Camera la ministra Marta Cartabia prova così a serrare le fila di una maggioranza che sulla giustizia resta divisa, soprattutto dopo la decisione della Lega di promuovere con i Radicali i referendum. Referendum che stanno provocando anche fibrillazioni nel Pd dopo le aperture di Goffredo Bettini. Prima dell'incontro va in scena un botta e risposta tra i leader del Pd e della Lega. Il referendum è uno "strumento sbagliato", serve a "fare lotta politica" insiste Enrico Letta, ricordando che in 25 anni uno solo ha raggiunto il quorum. "Non mi stupisce che Letta non sia d'accordo. Forse non ha letto i testi dei referendum che non c'entrano nulla con le riforme della giustizia in Parlamento", replica Salvini, esprimendo gioia per le adesioni arrivate anche dal Pd. Alla riunione il clima è però costruttivo. E' solo un incontro interlocutorio, come sottolineano tutti i partecipanti.
    Il presidente della Commissione ministeriale incaricata del progetto di riforma, Massimo Luciani, presenta a voce le proposte elaborate. Non viene consegnato un testo. E così si stabilisce subito un nuovo confronto non appena sarà pubblicata la relazione della Commissione. Qualche perplessità però emerge nell'immediatezza. Soprattutto due i nodi da sciogliere. Non convince (Lega in testa, che sull'insieme della riforma sospende il giudizio) la scelta di aver escluso il sorteggio per la composizione del Csm e nemmeno il meccanismo elettorale proposto, fondato sul voto singolo trasferibile, cioè su schede in cui gli elettori anziché la preferenza singola possono esprimere una graduatoria di preferenze per i candidati: è il capogruppo di Forza Italia Pierantonio Zanettin a criticare questa scelta, giudicata peggiorativa rispetto alla situazione attuale. Non piace a tutti, a partire dai 5S, neanche il mancato stop alle porte girevoli tra politica e magistratura. Dopo l'esperienza politica i magistrati, secondo la proposta, potranno infatti tornare a indossare la toga, ma dovranno cambiare circoscrizione e potranno svolgere solo funzioni giudicanti collegiali. "Non abbiamo indebolito il rigore del ddl Bonafede", spiega Luciani, ma era doveroso rispettare la Costituzione. Tra le altre proposte della Commissione, c'è quella di un'Alta Corte per giudicare i magistrati sul piano disciplinare (cavallo di battaglia del Pd), una stretta sui magistrati fuori ruolo, due soli cambi di funzioni possibili nella carriera tra giudice e pm, e criteri più rigorosi sulle nomine dei magistrati. Alla fine commenti positivi da Pd e Azione, e il presidente della commissione Giustizia della Camera Mario Perantoni (M5s) vede già una buona premessa nel clima costruttivo.
   

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