"Chi realizza atti corruttivi di
fatto scarica un onere sulla collettività e chi paga sono sempre
innanzitutto i più deboli ma poi quando si violano le regole,
quando qualcuno passa avanti e non ne ha diritto e quindi usurpa
il diritto dell'altro, uccide il merito, uccide la speranza,
uccide il senso di giustizia, e questo è il senso vero della
legalità". Lo ha detto il presidente dell'Anac, Giuseppe Busia,
intervenendo alla cerimonia conclusiva della IV Edizione del
Progetto Legalità e merito nelle scuole, promosso dalla
università Luiss, cerimonia cui hanno partecipato, in
collegamento o con messaggi inviati, anche i ministri
dell'Istruzione, Patrizio Bianchi, dell'Università, Maria
Cristina Messa e della Giustizia, Marta Cartabia. "Il secondo
comma dell'art. 3 - ha spiegato Busia - che è quello più bello,
più ricco, in cui la Repubblica si impegna a rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale che limitano di fatto
l'esplicarsi dell'uguaglianza, emerge che questo è di fatto
proprio la Repubblica, non solo le istituzioni, la società
civile, i cittadini, siamo tutti noi. Tutti noi che dobbiamo
adoperarci perché di fatto queste parole diventino concretezza,
parole inserite nella Costituzione da una Costituente, Teresa
Mattei, che voglio ricordare proprio mentre abbiamo da poco
celebrato i 75 anni dalla prima volta che le donne hanno avuto
accesso al voto. Rimuovere questi ostacoli - ha proseguito il
presidente dell'Anticorruzione - è un compito collettivo, è come
un messaggio in una bottiglia, noi tutti lo dobbiamo
raccogliere, voi tutti lo dovete raccogliere, in questa
bellissima staffetta c'è davvero il segno del fatto che
salvaguardare e valorizzare il merito è il senso più alto
dell'attuazione della Carta costituzionale". Alla cerimonia è
intervenuto anche il magistrato anti-mafia, Federico Cafiero de
Raho, secondo cui l'iniziativa promossa dalla Luiss è un
"progetto che prepara alla vita, alla migliore rappresentazione
del nostro Paese: proprio il sacrificio, l'impegno, la cultura
sono la base del progresso scientifico ma anche economico,
sociale e politico e tutto parte dalla scuola ed è la scuola lo
strumento da cui noi oggi riteniamo di poter sconfiggere le
mafie".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA