(ANSA) - ROMA, 14 APR - Sessantasei edifici abbandonati in
montagna da riqualificare sono al centro del dossier di
primavera di Legambiente dal titolo "Abitare la montagna nel
post Covid". Strutture legate all'industria dello sci, hotel,
colonie e caserme di confine "necessitano di una strategia
mirata" che va, a seconda dei casi, dalla demolizione al riuso
innovativo in un momento in la diffusione dello smart working
sta cambiando per molti la montagna da meta turistica a luogo in
cui abitare.
"Privilegiare la riqualificazione del costruito esistente può
acquistare un importante significato in un contesto post
pandemico in cui si manifesta proprio uno slancio del mercato
immobiliare in montagna, con il rischio, però, che possa di pari
passo ricominciare a crescere anche il consumo di suolo", si
legge in una nota.
"Attraverso questo report, che aggiunge la dimensione
abitativa al racconto delle infrastrutture abbandonate di
Nevediversa, vogliamo rilanciare il dibattito sul vivere in
montagna", ha commentato il responsabile nazionale Alpi
Legambiente, Vanda Bonardo, che ha indicato nel riuso funzionale
di queste ampie volumetrie "un'occasione straordinaria per
ripensare l'organizzazione delle comunità in un'ottica di
sostenibilità e di sviluppo".
Tra gli edifici fatiscenti ci sono casi simbolo come : in
Piemonte il complesso alberghiero di Viù nella frazione di
Tornetti (TO), opera mastodontica la cui realizzazione, iniziata
negli anni '80, è rimasta incompiuta; in Sicilia l'ex hotel "La
Montanina Piano Zucchi" (PA), edificio chiuso dagli anni '90.
(ANSA).
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