(ANSA) - NAPOLI, 05 GIU - L'Attività Libero Professionale
Intramoenia (ALPI) dei medici che lavorano negli ospedali "è un
cardine importante del complesso e subdolo processo di
privatizzazione della sanità pubblica ed è percepita dal
cittadino come la forma più odiosa e discriminante, perché
spesso ricorrere alla libera professione non è una libera scelta
del cittadino, ma una scelta condizionata e quasi obbligata". Lo
afferma la Cgil Funzione Pubblica della Campania e dell'area
metropolitana di Napoli in una nota diramata dal segretario
generale Alfredo Garzi, dal segretario della sanità pubblica
Antimo Morlando e dal segretario dirigenza medica e sanitaria
Giosué Di Maro.
Per la Cgil l'Alpi costituisce "un problema culturale e
deontologico - si legge nella nota - perché ha spezzato il patto
etico tra medici e servizio sanitario nazionale (SSN), tra
medici e cittadini. Fuori da quel patto tutto è merce, tutto è
prestazione con la trasformazione del cittadino in un
consumatore. Il privato vende merci e assicura prestazione ai
clienti, lo Stato tutela i diritti ai cittadini, il SSN equo e
universale garantisce la esigibilità del diritto costituzionale
alla salute. Anche per queste considerazioni la CGIL ha promosso
la "Vertenza Salute" e per queste ragioni il 24 giugno saremo in
piazza a Roma per una grande manifestazione nazionale in difesa
del diritto alla salute delle persone e nei luoghi di lavoro e
per la difesa e rilancio del Servizio Sanitario Nazionale,
istituito con la legge 833/78".
L'iniziativa nasce dalla circolare della Regione Campania del
10 maggio trasmessa per la tutela della Salute ai Direttori
Generali delle Aziende Sanitarie, Ospedaliere, Universitarie e
del Pascale e che interviene sul delicato rapporto tra attività
istituzionale e ALPI, tra attività pubblica e privata nella
erogazione delle prestazioni rese ai cittadini. La Regione, a
seguito dell'analisi dei dati relativi alle attività del 2022,
evidenzia una preoccupante criticità tra le prestazioni erogate
in regime istituzionale e quelle in ALPI per alcune
prestazioni-sentinella previste dal Piano Nazionale del Governo
sulle liste di attesa e sui volumi di attività. La Campania,
ricorda la Cgil, sollecita i direttori generali a controllare i
volumi di attività e i tempi di attesa e, qualora accertino il
superamento del rapporto tra volumi di attività istituzionale e
ALPI o squilibri tra i tempi massimi di attesa delle liste in
attività istituzionale e quelle in intramoenia, ad intervenire
ricorrendo alla sospensione temporanea dell'attività libero
professionale.
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