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Malattie intestinali, a Napoli nuovo percorso diagnostico

All'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II

(ANSA) - NAPOLI, 22 MAG - Un percorso diagnostico terapeutico assistenziale (P.D.T.A.) disegnato su misura per i pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (M.I.C.I.), vale a dire malattia di Crohn e colite ulcerosa, frutto di un lavoro regionale, contestualizzato nella realtà dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli e da oggi attivo per tutti i pazienti.
    Tra i più grandi centri in Italia dedicati alle M.I.C.I., con oltre 8.000 pazienti seguiti, quello federiciano rappresenta un punto di riferimento per i pazienti che, tenuto conto della patologia, necessitano di una presa in carico multidisciplinare.
    Grazie al P.D.T.A. la gestione dei pazienti avviene in piena sinergia tra l'equipe medica capitanata dalla professoressa Fabiana Castiglione (responsabile dell'Unità di Terapie avanzate delle malattie Infiammatorie Croniche Intestinali) e quella chirurgica diretta dal professor Giovanni Domenico De Palma (direttore del DAI di Chirurgia Generale, dei Trapianti e Gastroenterologia). Una collaborazione quotidiana che coinvolge anche radiologi, farmacisti, reumatologi, pediatri, nutrizionisti e specialisti di altre unità operative con l'obiettivo di favorire una diagnosi precoce, la riduzione dei tempi di attesa e la presa in carico globale dei pazienti.
    Inoltre, dato l'incremento dell'incidenza in età pediatrica, i pazienti del Centro di riferimento regionale M.I.C.I. della pediatria federiciana, diretto dalla professoressa Annamaria Staiano, nella delicata fase di passaggio all'età adulta, sono seguiti da un ambulatorio di transizione che prevede la partecipazione condivisa del paziente, della famiglia, dei pediatri e dei gastroenterologi dell'adulto, per garantire la continuità delle cure. Parte integrante del percorso è l'ambulatorio IMID (Malattie immunomediate) che vede coinvolti reumatologi e dermatologi a cui fanno riferimento i pazienti con manifestazioni extraintestinali che sono gestiti in modo da ottenere diagnosi precoci di eventuali malattie associate ed attuare una corretta impostazione terapeutica.
    «Il percorso aziendale definisce anche l'iter terapeutico dei pazienti, prevedendo l'adozione degli approcci più innovativi anche attraverso l'impiego di farmaci biotecnologici. Si fornisce, quindi, ai pazienti un percorso strutturato per la cura e per i successivi follow-up che favorisce lo snellimento di tante procedure che per i pazienti rendono ancora più complessa la gestione delle patologie croniche», sottolinea la prof.ssa Castiglione.
    Che sia forte il bisogno di restare sempre in contatto con i propri specialisti durante il percorso di cura è chiaro anche dai dati del contact center dedicato ai pazienti con malattie infiammatorie croniche "Close to Care" che, dopo 10 anni di attività, ha gestito circa 100.000 contatti (10.000 all'anno) ed offre la possibilità di un riferimento telefonico in tempo reale per soddisfare le richieste dei pazienti. Un'idea sviluppata ben prima dell'avvento della digitalizzazione che ha ricevuto ulteriore impulso durante la pandemia.
    "Offrire ai pazienti l'opportunità di una costante e tempestiva comunicazione con il centro specialistico- spiega il direttore generale Giuseppe Longo - permette di rinsaldare un rapporto di fiducia e di presa in carico tra i pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali ed i professionisti che li seguono, una continuità che si è rivelata quanto mai importante durante il contesto pandemico". (ANSA).
   

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