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Malanchino, ancora in Doc? Le porte non si chiudono mai

Malanchino, ancora in Doc? Le porte non si chiudono mai

A Giffoni:"Sui social più responsabili i giovani che gli adulti"

GIFFONI VALLE PIANA (SALERNO), 24 luglio 2022, 17:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Le porte non si chiudono mai nella vita": così l'attore Alberto Boubakar Malanchino ha commentato l'ipotesi di tornare nella serie tv Doc-Nelle tue mani, che lo ha visto tra i volti più amati dal grande pubblico. "E' stata annunciata la terza serie. Siamo molto scaramantici. Sarebbe bello però avere uno spin off su Gabriel Kidane (il giovane medico da lui interpretato - ndr).
    Lanciamolo qui agli amici della Lux".
    Ospite del Giffoni Film Festival, proprio parlando della fiction di grande successo andata in onda su Rai1, Malanchino ha raccontato quanto sia stato intenso raccontare anche la pandemia. "E' stato un gioco di squadra. Da parte della produzione e degli sceneggiatori c'era la voglia di trattare l'argomento con il massimo rispetto. Ma nello stesso tempo occorreva trovare una chiave che fosse benefica per lo spettatore senza che la serie parlasse esclusivamente del Covid.
    Noi, come interpreti, siamo stati chiamati in causa, a rivivere anche un po' a modo nostro quello che poteva essere il nostro percorso in quel periodo così delicato. Sicuramente un pezzo di questo percorso lo hanno fatto anche gli spettatori con noi".
    L'attore e doppiatore (Lightyear - La vera storia di Buzz) riguardo ai social dice che "i giovani li utilizzano forse meglio degli adulti. Forse bisognerebbe dare i consigli agli over 40 sui come usarli perché sono delle mentalità diverse. Io sono nato nei primi anni Novanta, quindi ho vissuto ancora una parte analogica e poi sono entrato nel digitale. Facebook e Instagram non esistevano quando ero piccolo. Li ho scoperti quando avevo già una mia struttura personale. E quando mi trovo a parlare con i ragazzi di oggi noto che hanno molta più percezione di cosa mettere o non mettere sui social a livello di contenuti sensibili. Non voglio generalizzare. Ma credo che in linea di massima bisognerebbe investire di più sui genitori e sugli adulti, che non dovrebbero far finta che la tecnologia non esista".
   

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