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Brian e Charles, un robot 'fatto in casa' per amico

Brian e Charles, un robot 'fatto in casa' per amico

Dramedy brit con David Earl debutta a Giffoni e in sala da 31/8

ROMA, 22 luglio 2022, 16:37

Redazione ANSA

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Oltre due metri d'altezza, la testa di un manichino in stile sessantenne brit attempato (capelli grigi, ricci e radi, papillon e occhiali compresi), una lucetta luminescente blu sempre accesa attraverso uno degli occhi, il corpo di una lavatrice coperta da camicia e completo, una garbata voce meccanica, tanta voglia d'imparare, un tocco di ribellione adolescenziale, un talento naturale per il ballo e una passione per i cavoli. E' Charles Petrescu (Chris Hayward), il robot fatto in casa che il robivecchi tuttofare, novello Geppetto, Brian (David Earl, conosciuto soprattutto per il ruolo nella serie cult Afterlife con Ricky Gervais, giunta alla terza e ultima stagione), si costruisce tra le campagne del Galles in Brian e Charles, la delicata dramedy di Jim Archer che debutta al Giffoni Film Festival per poi arrivare nelle sale dal 31 agosto distribuita da Lucky Red e Universal Pictures International Italy.
    Utilizzando gli strumenti del mockumentary (finto documentario), arrivano così a un pubblico più ampio le avventure di Brian e Charles, create da David Earl quasi 10 anni fa per le sue esibizioni nei club di stand up comedy. Ne è nato, in coppia con Hayward, uno spettacolo di successo in coppia prima trasformato in un corto e ora in un lungometraggio coprodotto da Channel 4. Un viaggio nel quale la comicità più acre degli spettacoli live si è addolcita in forma di favola moderna. "Brian negli spettacoli aveva un'attitudine più conflittuale - spiega in conferenza stampa a Roma Hayward che è anche cosceneggiatore con Earl-. Abbiamo voluto dargli un po' più i tratti di uno 'sfavorito', rendendo il personaggio un po' più piacevole, volevamo che il pubblico tifasse per lui". Così il gallese Brian nel film è un uomo ottimista, spiritoso e gentile, che vive un vita semplice, soffre i bulli e la solitudine. Il tentativo di assemblare con elementi raccolti nelle discariche, un bizzarro robot/ amico, all'inizio sembra fallire ma all'improvviso Charles prende vita. Per la storia "mi sono anche ispirato al rapporto con mio primo figlio che quando portavo in giro lo spettacolo era adolescente - racconta Earl -.
    Volevamo dare quella verità emotiva al film".
   

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