Sulle fonti rinnovabili "l'esecutivo
ha dato un segnale con le semplificazioni delle procedure
autorizzative, che hanno portato al via libera a 12 gigawatt di
nuovi impianti". Ma visto che gli iter si bloccano ancora presso
Regioni e Comuni, "dobbiamo intervenire sul passo successivo
all'autorizzazione da parte del governo. Nel Dl Acqua, abbiamo
inserito che se le Regioni non danno l'autorizzazione alla
rimozione dei sedimenti dagli invasi, la dà il governo. Per le
rinnovabili potremmo fare lo stesso". Lo ha detto la
viceministra dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, Vannia
Gava, intervenendo agli Stati generali delle fonti rinnovabili,
alla fiera della transizione energetica K.EY a Rimini.
"Stiamo adottando il decreto sulle aree idonee, insieme al
ministero della Cultura e a quello dell'Agricoltura - ha
proseguito Gava -. Darà le linee guida alle Regioni per
l'installazione degli impianti". Inoltre, ha aggiunto "abbiamo
ridotto la 'buffer zone' (zona cuscinetto, n.d.r.) fra gli
impianti e le abitazioni da 7 a 3 chilometri per l'eolico, e da
1 chilometro a 500 metri per il fotovoltaico".
Sulle Comunità energetiche, ha detto ancora Gava, "il decreto
è stato notificato a Bruxelles: spero che non ci mettano un anno
ad approvarlo". La viceministra ha definito "importante" anche
lo snellimento delle procedure per il revamping
dell'idroelettrico, richiesto dalle imprese del settore.
"Il confronto con gli operatori delle rinnovabili deve essere
una prassi per il governo - ha detto Gava, lodando l'iniziativa
degli Stati generali di Rimini - perché solo loro conoscono la
situazione sul campo".
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