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Acqua: Utilitalia, più investimenti ma Italia indietro in Ue

Acqua: Utilitalia, più investimenti ma Italia indietro in Ue

Media di 56 euro per abitante contro 82 dell'Europa

ROMA, 21 marzo 2023, 11:00

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Gli investimenti realizzati in Italia nel settore idrico raggiungono i 56 euro annui per abitante, in crescita del 17% dal 2019 e del 70% dal 2012. Numeri però ancora lontani dalla media europea degli ultimi 5 anni, che è 82 euro per abitante. La qualità del servizio è migliorata, ma permane un profondo divario in termini di capacità di investimento tra le gestioni industriali e quelle comunali "in economia", diffuse soprattutto al Meridione. È questo il quadro che emerge dal nuovo Blue Book - la monografia completa dei dati del Servizio idrico integrato - promosso da Utilitalia. I principali dati sono stati anticipati oggi, alla vigilia della Giornata Mondiale dell'Acqua.
    Obiettivo prioritario degli investimenti è il contenimento delle perdite idriche (22%); seguono il miglioramento della qualità dell'acqua depurata (18% del totale) e gli investimenti nelle condotte fognarie (14%).
    La stima degli investimenti realizzati dai gestori industriali nel 2021 per il Centro Italia è pari a 75 euro l'anno per abitante, seguito dal Nord-Est (56 euro) e dal Nord-Ovest (53 euro). Decisamente più bassa la stima per il Sud, pari a 32 euro l'anno per abitante. Ancora bassissimi i dati relativi alle gestioni "in economia", dove gli enti locali si occupano direttamente del servizio idrico: qui gli investimenti medi annui si attestano a 8 euro. Dei 1.519 Comuni in cui la gestione di almeno uno dei servizi è "in economia", il 79% si trova al Sud, per una popolazione interessata pari a circa 7,7 milioni di persone.
    Si sono ridotte le perdite di rete, da circa il 44% del 2016 al 41% del 2021. Ma nelle regioni del Sud sono circa il 47%, contro il 31% del Nord-Ovest. La frequenza degli sversamenti/allagamenti in fognatura è calata dai 12 eventi l'anno ogni 100 km di rete del 2016 ai 5 del 2021. Ma il numero di interruzioni del servizio nel Meridione è di due ordini di grandezza superiore rispetto al Settentrione.
   

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