Le emissioni globali di anidride
carbonica (CO2) da combustibili fossili aumenteranno di poco
meno dell'1% quest'anno, pari a quasi 300 milioni di tonnellate,
di gran lunga inferiore rispetto al salto di quasi 2 miliardi di
tonnellate del 2021 provocato dalla ripresa economica post
pandemia, grazie soprattutto a una forte espansione delle
energie rinnovabili e dei veicoli elettrici. Lo afferma
l'Agenzia internazionale dell'energia (Iea) stimando il totale
di qeust'anno a 33,8 miliardi di tonnellate.
L'aumento di quest'anno, spiega la Iea, è trainato dalla
produzione di energia e dal settore dell'aviazione, in ripresa
dai minimi della pandemia e sarebbe stato tre volte superiore,
quasi 1 miliardo di tonnellate, se non ci fosse stata una grande
diffusione di tecnologie di energia rinnovabile e veicoli
elettrici in tutto il mondo.
L'Agenzia osserva che anche se la crisi energetica innescata
dall'invasione russa dell'Ucraina ha reso il gas naturale molto
più costoso e di conseguenza sostenuto la domanda globale di
carbone, "l'aumento relativamente contenuto delle emissioni di
carbone è stato controbilanciato dall'espansione delle energie
rinnovabili".
"La crisi energetica globale innescata dall'invasione russa
dell'Ucraina ha spinto molti paesi a utilizzare altre fonti di
energia per sostituire le forniture di gas naturale che la
Russia ha tolto dal mercato" spiega il direttore esecutivo
dell'Agenzia Fatih Birol osservando che "la notizia
incoraggiante è che il solare e l'eolico stanno colmando gran
parte del divario, mentre l'aumento del carbone sembra essere
relativamente piccolo e temporaneo". Birol rileva che "le azioni
politiche dei governi stanno guidando veri cambiamenti
strutturali nell'economia energetica" e questi cambiamenti "sono
destinati ad accelerare grazie ai principali piani di politica
per l'energia pulita che sono avanzati in tutto il mondo negli
ultimi mesi".
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