I porti diventano 'verdi' e sono
pronti alla transizione ecologica. I capisaldi sono racchiusi in
sei azioni chiave: innovazione tecnologica e digitalizzazione,
efficientamento energetico degli scali, integrazione tra porti e
rete ferroviaria ('corridoi green'), progressiva
elettrificazione dei consumi con fonti rinnovabili e supporto
all'adeguamento degli scali e della flotta navale. A delineare
la strada per la lotta alla crisi climatica attraverso la
decarbonizzazione del trasporto marittimo ci pensa il nuovo
rapporto 'Porti verdi: la rotta verso uno sviluppo sostenibile',
messo a punto da Legambiente e Enel X.
Un percorso - viene spiegato dal documento - che è
"un'importante opportunità di innovazione, rafforzamento della
filiera industriale del Paese e di riduzione dell'inquinamento
nelle città portuali italiane". In particolare, è fondamentale
il contributo tecnologico che può arrivare dal 'cold ironing',
cioè dalla possibilità di abbattere le emissioni fornendo
energia dalla terraferma alle navi ormeggiate in porto, fino ad
azzerarle se la produzione arriva da rinnovabili. Anche perché -
dicono - "l'abilitazione al cold ironing dei 39 porti italiani
del network TEN-T (la rete trans-europea dei trasporti)
permetterebbe ogni anno di evitare la combustione di oltre
635mila tonnellate di gasolio marino". Tra l'altro vengono
menzionati casi di successo di cold ironing nel mondo, come a
Gothenburg in Svezia, a Rotterdam nei Paesi Bassi, a Los Angeles
in Usa, a Vancouver in Canada, a Marsiglia in Francia.
Il rapporto fa poi riferimento alla prospettiva
dell'elettrificazione del trasporto fino a quello a 'zero
emissioni' legato all'idrogeno rinnovabile, l'ammoniaca
rinnovabile o le batterie da elettricità verde. Mentre sul
versante della filiera merci è necessario "integrare le
infrastrutture portuali con quelle ferroviarie, in modo da
rendere competitiva la logistica", con l'attivazione dei
"corridoi 'green'".
Nello specifico - per Legambiente e Enel X - sono sei le
azioni più urgenti da attuare per il 2021: una tariffa elettrica
dedicata al cold ironing; introdurre finanziamenti pubblici per
accelerare la transizione; avviare il processo di
elettrificazione e progressività nell'uso di fonti rinnovabili;
road map per l'elettrificazione dei porti; sviluppare
infrastrutture ferroviarie nei porti. Con queste azioni sarebbe
possibile anche tagliare "l'inquinamento derivante dal trasporto
marittimo che rappresenta una quota importante e crescente di
emissioni di gas a effetto serra". Basti pensare che le
emissioni associate a questo settore "sono stimate in 940
milioni di tonnellate di CO2 all'anno, pari a circa il 2,5%
delle emissioni globali di gas serra". E che "se non saranno
messe in atto rapidamente delle misure di mitigazione, queste
emissioni rischiano di aumentare in modo significativo; secondo
lo studio dell'International maritime organization (Imo), le
emissioni del trasporto marittimo potrebbero aumentare tra il
50% e il 250% entro il 2050 e compromettere gli obiettivi
dell'accordo di Parigi".
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