Il Covid aumenta le disuguaglianze.
Le 1.000 persone più ricche del mondo hanno recuperato in appena
nove mesi tutte le perdite che avevano accumulato per
l'emergenza Covid-19, mentre i più poveri per riprendersi dalle
catastrofiche conseguenze economiche della pandemia potrebbero
impiegare più di 10 anni.
A calcolarlo è la organizzazione non governativa Oxfam nel
rapporto "Il virus della disuguaglianza", che parla di Covid,
diffuso in occasione dell'apertura del Forum di Davos dal quale
emerge che per la prima volta in un secolo si potrebbe
registrare un aumento della disuguaglianza economica in quasi
tutti i paesi contemporaneamente.
Il rapporto evidenzia che le donne sono più colpite dalla
povertà provocata dal Covid e, tra l'altro, calcola che nel
mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza
aumentare di 540 miliardi di dollari dall'inizio della pandemia:
si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare
il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta.
Il rapporto elabora i dati aggiornati sui patrimoni e sui
redditi in arrivo da molte fonti confrontandoli tra loro.
Quest'anno ha realizzato anche un sondaggio globale su 295
economisti in 79 paesi che rafforza le previsioni di un maggiore
divario tra ricchi e poveri: l'87% degli intervistati si aspetta
"un aumento" o "un significativo aumento" della disuguaglianza
di reddito nel proprio Paese, a causa della pandemia. In assenza
di un'azione adeguata e coerente da parte dei Governi, la Banca
Mondiale prevede inoltre che entro il 2030 oltre mezzo miliardo
di persone vivranno in povertà, con un reddito inferiore a 5,50
dollari al giorno.
Il virus della disuguaglianza mostra come la pandemia abbia
acuito le disuguaglianze economiche e sociali, razziali e di
genere preesistenti.
Con la ripresa dei mercati azionari - riporta Oxfam - le
fortune dei miliardari hanno raggiunto i massimi storici: a
dicembre la loro ricchezza totale aveva raggiunto gli 11.950
miliardi di dollari, l'equivalente delle risorse stanziate da
tutti i Paesi del G20 per rispondere agli effetti della
pandemia. La ripresa per chi era in difficoltà già prima del
Covid - sostiene la Ong - sarà dura e lunga: prima che il virus
colpisse, la metà dei lavoratori nei Paesi più vulnerabili
versava in condizione di povertà e i tre quarti della forza
lavoro non godeva di alcuna forma di protezione sociale, come
l'indennità di malattia e i sussidi di disoccupazione.
Oxfam calcola poi che i primi 10 superricchi del mondo hanno
visto aumentare la loro ricchezza di 540 miliardi di dollari
dall'inizio della pandemia. "Basti pensare - afferma Oxfam
portando l'esempio del proprietario di Amazon - che tra marzo e
dicembre 2020, mentre la pandemia innescava la più grave crisi
occupazionale degli ultimi 90 anni, lasciando centinaia di
milioni di persone disoccupate o sottooccupate, il valore netto
del patrimonio di Jeff Bezos è aumentato di 78,2 miliardi di
dollari".
C'è poi il dato delle donne che a livello globale sono più
duramente colpiti dalla pandemia soprattutto perè sono impiegate
nei settori professionati più colpiti. Ciò è evidente in
Medioriente e Africa del nord, dove le donne rappresentano solo
il 20% della forza lavoro ma le perdite di posti di lavoro
dovute al Covid-19, secondo le stime, incideranno
sull'occupazione femminile per il 40%. Poi - evidenzia Oxfam -
le donne rappresentano oltre il 70% della forza lavoro impiegata
in professioni sanitarie o lavori sociali e di cura. Sono più
esposte sia per la sanità sia per la tutela del reddito.
Oxfam mette poi in risalto che il Covid uccide anche in modo
disuguale. I brasiliani di ascendenza africana hanno il 40% di
probabilità in più di morire di COVID-19 rispetto alla
popolazione bianca; negli Stati Uniti, 22.000 cittadini
afroamericani e latino-americani sarebbero ancora vivi se il
loro tasso di mortalità fosse stato uguale a quello dei bianchi.
"Potremmo assistere ad un aumento esponenziale delle
disuguaglianze, come mai prima d'ora. Una distanza tanto
profonda tra ricchi e poveri da rivelarsi più letale del virus
stesso", afferma la direttrice di Oxfam internazionale Gabriela
Bucher. Ma è un fenomeno - spiega la Ong - che "non è
inevitabile, ma dipende dalle scelte politiche dei governi". Tra
le proposte quella di "una tassa temporanea sugli extra-profitti
maturati da 32 multinazionali durante la pandemia avrebbe
generato 104 miliardi di dollari nel 2020, un ammontare di
risorse equivalente a quello necessario per garantire indennità
di disoccupazione a tutti i lavoratori e supporto finanziario
per bambini e anziani in tutti i paesi a basso e medio reddito".
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