(ANSA) - ROMA, 13 OTT - In Nord Italia, l'attesa di
precipitazioni intense e regolari per riequilibrare il grave
deficit idrico del 2022 continua a protrarsi, aumentando il
rischio idrogeologico sui corsi d'acqua. Ma anche al Centro e al
Sud fiumi e invasi restano sotto la media. Lo scrive in un
comunicato l'Osservatorio sulle Risorse Idriche dell'Anbi,
l'associazione italiana dei consorzi di bacino
In Lombardia sono dimezzate le riserve idriche, e i bacini
montani contengono solo il 30% dell'acqua, che normalmente hanno
in questo periodo. Tutti i grandi laghi del Nord sono prossimi
ai livelli minimi. In Veneto calano i livelli dei fiumi. Il
fiume Po è quasi ovunque nuovamente sotto il minimo storico.
I fiumi appenninici dell'Emilia Romagna hanno portate ferme
ai valori tipici dei periodi più siccitosi. Dopo gli exploit di
fine settembre-inizio ottobre, le portate dei fiumi toscani
registrano ora cali generalizzati.
Nelle Marche, i corsi d'acqua principali si mantengono ad un
buon livello idrometrico. L'Osservatorio ANBI sulle Risorse
Idriche evidenzia un asse latitudinale, che va dall'alluvionata
Senigallia alla livornese San Vincenzo, su cui in Settembre si
sono rovesciate le maggiori precipitazioni. E' in calo il
livello del lago Trasimeno. Nel Lazio calano i livelli del fiume
Tevere, così come del Sacco e del lago di Nemi.
Buoni, seppur in calo, sono i flussi negli alvei dei fiumi
campani. Le alte temperature proseguono la necessità di apporti
irrigui per le campagne di Basilicata e Puglia, i cui bacini
hanno visto calare i volumi trattenuti. In Calabria, analogia
situazione si registra nel crotonese. In Sardegna gli invasi
trattengono complessivamente una quantità d'acqua inferiore alla
media del decennio. (ANSA).